Pescara calcio: voglia di vincere, tenuta mentale e tanto cuore. Tre punti d’oro

Pescara calcio: voglia di vincere, tenuta mentale e tanto cuore. Col Gubbio successo di inestimabile valore (3-2). Giovedì 5 ottobre esordio in Coppa, sempre all’Adriatico, contro la Fermana (ore 20,45). Domenica prossima trasferta sul campo della Spal che ha esonerato Di Carlo e ufficializzato Leo Colucci (clicca qui).

Il Pescara non muore mai. È l’istantanea della sfida con gli umbri. Nel momento più complicato, sotto di un gol, la squadra dimostra coraggio, tenuta mentale e una spiccata personalità malgrado l’età media verdissima.

Certo, per far sì che cambiasse di nuovo la partita, serviva l’episodio. Arriva nel momento giusto. Un missile terra-aria che incenerisce Vettorel. In calce la firma di Squizzato. E poi, allo scadere, un’altra meraviglia, questa volta di Moruzzi, che fa esplodere l’Adriatico. Emozioni fortissime al termine di una gara a due o più facce.

Prima parte ben interpretata anche dal punto di vista difensivo. È bastato alzare il ritmo per mettere in difficoltà il Gubbio. Gol di Tunjov (nel primo tempo il migliore), un paio di opportunità per raddoppiare. Insomma gara in pugno.

Nella ripresa, invece, Merola cestina il 2-0, viene meno l’aggressività e il Gubbio ne approfitta. L’undici di Braglia prende campo e ribalta la situazione.

Sono momenti in cui è necessario difendersi meglio, perché non è possibile spingere senza soluzione di continuità per 90′. In questo bisognerà fare progressi. Le partite cambiano. Di fronte c’è sempre un avversario, non è un dettaglio.

Sul pareggio degli umbri nessuno accorcia su Portanova che verticalizza, soprattutto manca la copertura su Udoh da parte di Brosco che non scappa per assorbire il taglio dell’attaccante rossoblu.

Più o meno stesso discorso in occasione del momentaneo vantaggio ospite. Squizzato perde un pallone sanguinoso e il capitano rimane ancora passivo sull’imbucata di Udoh per Di Massimo che infila Plizzari.

Poi, però, un altro volto. Quello di una squadra che non muore mai e vuole vincere. Lo fa con due reti da urlo.

Un pareggio e quattro successi di cui tre all’Adriatico con 9 reti equamente distribuite e una gara da recuperare.

Se consideriamo che la rosa è stata rifatta quasi ex novo, con tanti giovani, alcuni dei quali alla primissima esperienza nel calcio dei grandi, c’è da essere non soddisfatti ma molto, molto di più.

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