Consiglio Abruzzo, in aula il referendum no triv per le modifiche allo Sblocca-Italia. La seduta dell’assise regionale a partire dalle 15.00, a L’Aquila.
Chiedono di essere artefici del proprio destino ambientale e di poter dire no alle trivellazioni, quando in evidente contrasto con la natura dei propri territori. Sono le undici Regioni italiane del fronte referendario per l’abrogazione di alcuni punti dello “Sblocca-Italia”, quelli che di fatto spianano la strada, anzi il mare, al petrolio. Della questione si occuperà oggi il Consiglio regionale d’Abruzzo, a partire dal 15.00. La seduta sarà dedicata all’esame delle due richieste di referendum abrogativo di iniziativa regionale (ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione) su alcuni articoli del “Decreto Sviluppo” e dello “Sblocca Italia”. La Costituzione italiana stabilisce che i quesiti da sottoporre a referendum debbano essere depositati all’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione da almeno cinque Regioni, il che da ampio margine alle undici Regioni già favorevoli alla consultazione popolare. La consegna dei quesiti dovrà avvenire entro il 30 settembre. Le Regioni che hanno già affrontato o stanno per affrontare la questione referendum nelle rispettive aule consiliari sono: Basilicata (capofila), Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria, Sicilia, Abruzzo, Campania, Veneto, Calabria e Liguria. Secondo i proponenti il referendum sulle trivelle è formulato sulla necessità di tutelare le coste e la qualità dell’ambiente marino in regioni che vedono nel turismo-natura una delle principali peculiarità.