Il direttore generale dell’Arta Amicone spiega la sua verità sul caso Spatola, e torna ad attaccare Maurizio Acerbo.
“Sembra quasi” -esordisce la lunga una lunga nota di Mario Amicone- che il dipendente Ing. Spatola sia stato sanzionato perché ha reso pubblici i dati sui depuratori che l’Arta non avrebbe messo a disposizione sul proprio sito web istituzionale. In realtà, il dipendente in questione non ha pubblicato nessun dato perché non ne era in possesso”.
Amicone, contestato indirettamente ieri da Wwf e Legambiente non perde occasione, come già avvenuto poche settimane or sono per chiamare in causa l’esponente di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo.
“Molte associazioni facendo riferimento direttamente o indirettamente al sempre nullafacente Maurizio Acerbo, che per definizione non matura mai, hanno espresso la solidarietà richiesta con dichiarazioni offensive e denigranti nei confronti dell’Arta, della professionalità dei tanti tecnici in servizio e nei confronti di chi li rappresenta, ma di questo risponderanno nelle sedi opportune”.
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LA REPLICA DI MAURIZIO ACERBO
Gli insulti di Amicone per me sono medaglie. Non meriterebbero risposta se non ce lo ritrovassimo da anni alla guida dell’ARTA. Il lungo comunicato con cui il direttore generale difende le sanzioni nei confronti dell’ing.Carlo Spatola Mayo e torna a attaccare il sottoscritto conferma la nostra convinzione che un incarico come quello andrebbe affidato a un esperto con competenze specifiche in campo scientifico, sanitario e ambientale e non a un “politico” di lungo corso che gode già del vitalizio. Non sono i post su facebook dell’ing.Spatola Mayo ma la permanenza di Amicone alla direzione generale a costituire un “problema di credibilità ed imparzialità dell’attività dell’Arta”. E’ davvero assordante il silenzio di PD e Sel che hanno mantenuto alla guida dell’Arta Amicone e gli consentono anche di perseguitare dipendenti. Non posso che tornare a invocare le dimissioni di Amicone.