Nuova Pescara: le perplessità di Di Lorito. Il sindaco di Spoltore evidenzia le criticità e invita il consiglio regionale a dire no.
A pochi giorni dalla discussione della proposta di legge sulla nascita della Nuova Pescara in Consiglio Regionale l’Amministrazione comunale di Spoltore guidata dal sindaco Luciano Di Lorito torna ad esprimere il suo parere negativo sulla fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Il primo cittadino parla di un altro pasticcio amministrativo, dopo quello che è successo con la riforma delle Province.
di seguito il comunicato del Comune di Spoltore:
“Quando si affronta tale argomento non si discute mai del ruolo che queste tre città dovrebbero ave-re all’interno del progetto e, in particolare, dei possibili vantaggi che potrebbe avere Spoltore,ri-nunciando alla propria autonomia – ha affermato il consigliere Giordano Fedele, capogruppo Pd.- Con la fusione non si raggiungerebbe comunque il numero di 250 mila abitanti, ideale per poter usufruire delle relative agevolazioni. Si è parlato soltanto di vantaggi dovuti ai risparmi e ai maggiori trasferimenti statali in una maniera del tutto approssimativa”, aggiunge il consigliere, “si ipotizza addirittura un risparmio di 50 milioni di euro in 10 anni con un riordino organizzativo dei dipendenti comunali, senza spiegare come, considerando tra l’altro che i loro diritti vanno tutelati”. Si parla, inoltre, di maggiori trasferimenti regionali e addirittura di trasferimenti straordinari statali per 87 milioni di euro in 10 anni. Sorprende che nessuno dei promotori di questo progetto abbia comu-nicato che, a seguito del nuovo D.M. 21/01/2015, si siano ridotti di oltre l’80% i trasferimenti di cui beneficerebbe la fusione, cancellando in un colpo solo oltre 72 milioni di euro nel totale silenzio del comitato promotore”. Il Sindaco Di Lorito, ha aggiunto: “Spoltore ha un bilancio sano e non vive le difficoltà finanziare dei comuni di Pescara e Montesilvano. Si tratta di condizioni, di cui gli elettori non erano al corrente nel periodo del referendum, perché completamente differenti rispetto al quadro di partenza. In molti si sono spostati a Spoltore per avere una vita meno caotica e godere di una tassazione nettamente inferiore rispetto a quella degli altri due comuni, così come un costo più basso dei servizi. Nel 2014 abbiamo anche ridotto la Tari del 20% con una raccolta differenziata quasi al 70%. Spostandoci su altri fronti, inoltre, ci preme sottolineare che a Spoltore esistono ancora ampi spazi non edificati, liberi dal cemento. Probabilmente una fusione farebbe comodo a qualcun altro ma non a noi che, pur cedendo il territorio più vasto dei tre, rischieremmo per ovvi motivi demografici di essere fortemente sottorappresentati in un futuro consiglio comunale, perdendo completamente potere decisionale rispetto al nostro territorio e alle sue specificità. Non siamo una periferia, siamo una Città che rischia di perdere le sue forti identità storiche e cul-turali – ha precisato il primo cittadino. Mi preme sottolineare, inoltre, che l’esito referendario a Spoltore non ha avuto un risultato così schiacciante come qualcuno vuole far credere, ma ha diviso i cittadini a metà con ampie zone, soprattutto le frazioni più urbanizzate, dove ha prevalso il no alla fusione. Il paradosso è che con una legge Regionale l’Abruzzo favorisce la fusione dei piccoli comuni, al fine di superare i loro problemi dimensionali, ma questo strumento viene utilizzato per unire i tre comuni più grandi della provincia di Pescara, senza interessarsi globalmente alla questione e dimenticando che vi sono oltre 100 comuni che non raggiungono i 1000 abitanti. Come ho già ribadito in passato, prima dell’esito referendario, credo che con una soluzione di que-sto tipo la città più piccola rischierebbe di essere stritolata e fagocitata da portatori di interesse economicamente più grandi e più forti. Le tre realtà che compongono la cosiddetta area metropolitana devono, però, saper collaborare e relazionarsi con gli enti sovracomunali per la realizzazione delle infrastrutture necessarie e il raggiungimento di obiettivi importanti che, da soli, i comuni non pos-sono garantire. Con la fusione rischiamo di perdere, più degli altri comuni, la nostra identità, dal momento che la città di Spoltore ha una storia secolare. Conservare e valorizzare le nostre radici è la migliore sfida per competere a livello europeo, nazionale e regionale”.