Sulla questione Tua, l’azienda del trasporto unico abruzzese, Camillo D’Alessandro, consigliere regionale con delega ai trasporti, parla chiaro: senza la sottoscrizione del contratto di secondo livello, che da domani sarà sottoposto al referendum dei lavoratori, ci saranno 11mln di euro in meno per le spettanze economiche dei lavoratori.
“Vedo e leggo che qualche spezzone locale di sindacato, non facendosi carico della responsabilità che, al contrario, ha contraddistinto le sigle regionali, sta diffondendo false informazioni. Vorrei chiarire a tutti la reale situazione, come da sempre del resto anticipata e rappresentata dal presidente di TUA, Luciano D’Amico”. Inizia così una nota del Camillo D’Alessandro.
D’Alessandro spiega che, poiché GTM e Sangritana sono state incorporate, i rispettivi contratti aziendali non esistono più dal giorno della fusione e pertanto può giuridicamente esistere solo quello della ex ARPA, vale a dire la società incorporante.
“Ciò significa – sottolinea D’Alessandro – che se i lavoratori, con il referendum, dovessero bocciare il nuovo contratto sottoscritto, si procederà alla revoca dell’unico contratto di secondo livello esistente, cioè ARPA, per cui a tutti i lavoratori delle tre ex società, GTM, Arpa e Sangritana, si applicherà solo il contratto collettivo nazionale di base senza alcun contratto di secondo livello, con un conseguente taglio delle spettanze economiche dei lavoratori di 11 milioni di euro e con la produttività prevista dal contratto nazionale senza alcuna distinzione. Frange di rappresentanti sindacali aziendali, minoritarie, non possono in alcun modo pensare di rovinare il futuro dei 1.600 dipendenti, perché – si legge nella nota – se i lavoratori, in buona fede, dovessero seguirli nel referendum, ci troveremmo ad un bagno di sangue nelle loro retribuzioni, cosa che io ho evitato sin dall’inizio del mio lavoro. Avevo detto che ci sarebbe stato un taglio minimo in busta paga, ma che avremmo aumentato la produttività. Questo abbiamo fatto con il nuovo contratto; bocciare il referendum significherebbe massacrare la retribuzione dei lavoratori”, è il commento finale del consigliere D’Alessandro.