Sull’esito referendario che ha decretato il sì elettorale alla Nuova Pescara (progetto di fusione amministrativa di Pescara, Spoltore e Montesilvano) è botta e risposta tra Melilla e Catena.
“Il consigliere del Presidente della Regione Abruzzo Andrea Catena non ha evidentemente letto bene la mia nota sui ritardi della Regione Abruzzo nel recepimento della volontà dei cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore di dar vita a NUOVA PESCARA. I ritardi del Consiglio Regionale sono evidenti essendo passati 2 anni da quel referendum”. Così il deputato di Sel Gianni Melilla in risposta alle dichiarazioni di Andrea Catena, dichiarazioni seguite ad un primo comunicato dello stesso Melilla. Tra i due un vivace confronto a distanza: per Melilla i due anni trascorsi dall’esito delle urne senza che la Regione abbia compiuto un solo vero passo nella direzione della costruzione della Nuova Pescara è un ritardo grave e ingiustificabile. Catena gli replica ‘accusandolo’ di partecipare alla ‘gara della disinformazione sul tema della Nuova Pescara’ ed elenca tutto quanto fatto da D’Alfonso sottolineando, in più passaggi della lunga nota, che sono stati pienamente rispettati gli impegni assunti nelle sedute di consiglio regionale sul tema. Sempre Catena puntualizza: “Non ci sono precedenti in Italia di comuni di 200 mila abitanti nati da fusione e non esistono precedenti nel mondo di fusioni di comuni con queste dimensioni complessive sorti in meno di due anni. Sfido l’on. Melilla, come altri che hanno in queste settimane evocato la necessità di tempi più stringenti, a citare un solo caso nel mondo. Non lo troverà perché non esiste”. Diplomatica ma secca la risposta di Melilla: “Svolgo la mia funzione di parlamentare abruzzese nel chiedere al Consiglio Regionale ( non alla Giunta non essendo nei suoi poteri) di fare una scelta, e mi rivolgo a tutte le forze consiliari, perché un ridisegno così ambizioso dell’assetto territoriale regionale non può essere una questione di maggioranza. Respingo quindi ogni intento polemico e mi auguro che prevalga una cultura istituzionale e soprattutto il rispetto della volontà del referendum istitutivo di Nuova Pescara. Questa è la mia volontà: rispettare quel referendum oppure dire apertamente che lo si vuole ignorare. Tertium non datur. E’ il tempo di assumersi le proprie responsabilità”.