Il parlamentare Gianluca Fusilli presenta a Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente una interpellanza che ha come oggetto la richiesta di finanziamento continuativo e strutturale del sistema di allerta nazionale del rischio.
L’interpellanza, primo firmatario Gianluca Fusilli, vede la richiesta di finanziamento continuativo e strutturale del sistema di allerta nazionale del rischio idrogeologico.
“Negli ultimi anni – spiega Fusilli – il territorio nazionale e’ stato interessato, con una frequenza non conosciuta nel passato, da eventi catastrofali (terremoti, incendi, alluvioni, esondazioni, precipitazioni improvvise di eccezionale intensita’, nevicate straordinarie, valanghe, ecc…) di ogni natura che, unitamente al costo economico dei danni ingentissimi provocati, hanno comportato, spesso, anche un prezzo altissimo in termini di vite umane. in questo senso l’Abruzzo e’ indubitabilmente, dal 2009 in poi, una delle Regioni maggiormente colpite da questi eventi, ed e’sufficiente far memoria, nell’ultimo anno, all’immane tragedia di Rigopiano con le sue 29 vittime. Per questo e’ importante attivare ogni iniziativa utile a prevenire il ripetersi di queste tragedie, utilizzando ed efficientando al meglio ogni strumento disponibile, anche quelli in grado non tanto di ridurre l’impatto in termini di conseguenze economiche degli eventi ma in grado di allertare la popolazione riducendo al minimo il rischio per la vita umana”.
Di seguito il testo integrale dell’interpellanza del parlamentare Gianluca Fusilli.
“Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: il Dipartimento della protezione civile, operando in stretto raccordo con le regioni e le province
autonome, si occupa di tutte le attività volte alla previsione e alla prevenzione dei rischi, al soccorso e all’assistenza delle popolazioni colpite da calamità, al contrasto e al superamento dell’emergenza,
alla mitigazione dei rischi. In particolare, si occupa quotidianamente di previsione e prevenzione dei
rischi naturali e antropici, garantendo il funzionamento del Sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico e idrogeologico, attraverso il Centro funzionale centrale e la rete dei centri funzionali decentrati, in capo a regioni e province autonome, che si occupano delle attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale dei fenomeni meteo e idro (legge n. 225 del 1992; legge n. 100 del 2012, legge n. 119 del 2013); per assicurare l’efficienza del sistema di allertamento nazionale, il decreto-legge n. 74 del 2014 era già intervenuto individuando, una tantum, un contributo statale per l’esercizio finanziario 2014 pari a 6 milioni di euro a valere sulle risorse finanziarie all’uopo accantonate nel «Fondo nazionale per la Protezione Civile» (successivamente rinominato «Fondo per le Emergenze Nazionali» ex legge n. 119 del 2013). Tali risorse, attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 maggio 2015, erano state ripartite in quota proporzionale alla consistenza, ormai superata, censita al 31 dicembre 2013, di stazioni e impianti radar, i cui dati vengono trasmessi con continuità al Dipartimento della protezione civile, al fine della condivisione delle informazioni nell’ambito del sistema di allertamento nazionale di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004 recante «indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile»; per la natura eccezionale di tale finanziamento, ed in considerazione delle economie di bilancio a cui le regioni e le province autonome sono spesso costrette, il Sistema di allertamento nazionale, in assenza di un canale di finanziamento costante destinato alla manutenzione sistematica ed altresì allo sviluppo connesso all’avanzamento delle tecnologie di rilevamento, risulta tuttavia soggetto ad inevitabile obsolescenza, ponendo a rischio l’efficacia stessa dell’attività di previsione e prevenzione dei rischi in capo al Dipartimento e quindi prefigura un rischio di ricorso più frequente alla dichiarazione dello stato di emergenza e quindi all’utilizzo maggiore di risorse a carico del Fondo per le emergenze nazionali; il Fondo per le emergenze nazionali, la cui dotazione è determinata annualmente dalla legge di stabilità (ex articolo 11, comma 3, lettera d), della legge n. 196 del 2009), potrebbe essere il veicolo normativo da utilizzarsi, in riferimento a quanto già disposto in passato ai sensi del decreto-legge n. 74 del 2014, per rendere disponibile il finanziamento, a cadenza annuale, finalizzato alla gestione, alla manutenzione, allo sviluppo e all’ammodernamento delle reti di osservazione idrometeorologica al suolo e della rete dei radar meteorologici utilizzate dai centri funzionali regionali operanti nel sistema nazionale di allertamento; il valore della gestione e manutenzione della rete nazionale di stazioni ed impianti radar,
in relazione alla sua consistenza attuale, si stima essere di 20 milioni di euro. Tale valore deve essere incrementato del 50 per cento per il finanziamento annuale necessario per lo sviluppo e l’ammodernamento della rete stessa, in considerazione dell’avanzamento delle tecnologie a disposizione a cui il sistema nazionale di allertamento dovrebbe adeguarsi per mantenere standard qualitativi di alto livello; l’evidente e non più sporadico aumento delle calamità naturali e delle problematiche connesse sui nostri territori, nella frequenza e nella gravità, come dimostrato purtroppo da eventi quali quello di Rigopiano in Abruzzo o quello più recente a parimenti drammatico di Livorno, costati la vita nel primo caso a 29 persone e nel secondo caso a 7; si rileva la prospettiva futura di una ulteriore estremizzazione dei fenomeni meteorologici e dei conseguenti effetti al suolo, conseguente al cambiamento climatico in atto; il monitoraggio in tempo reale ed il controllo dei territori sono i principali strumenti di prevenzione disponibili, sia perché facilitano la gestione tempestiva delle allerte o per la corretta gestione delle opere di difesa a disposizione (utilizzo effettivo in tempo reale) sia perché permettono
il corretto dimensionamento delle stesse opere di difesa in fase progettuale (utilizzo del dato in tempo differito); il finanziamento richiesto dovrebbe essere corrisposto a cadenza annuale per un importo pari al 50 per cento del valore totale dei costi di gestione, manutenzione, sviluppo e ammodernamento della rete –: se il Governo ritenga utile ed opportuno, per garantire la piena efficienza, efficacia e funzionalità del Sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico e idrogeologico, assumere iniziative, nell’ambito delle predisposizione del prossimo disegno di legge di stabilità, per prevedere uno stanziamento annuale ricorsivo pari a 15.000.000 di euro, in modo da soddisfare le esigenze essenziali per il cofinanziamento, come sopra ampiamente motivato”.