Federparchi, associazioni e riserve bocciano la Regione Abruzzo per la norma che consente attività cinofile all’interno delle aree protette: “Una subdola caccia senza fucile”.
WWF, Legambiente, Ambiente e/è vita, LIPU, Pro Natura, Mountain Wilderness, Salviamo l’Orso, Lipu, Italia Nostra, FAI, Appennino Ecosistema, Dalla parte dell’Orso chiedono alle Regione l’immediato ritiro del provvedimento e al Governo di impugnare la legge. Si tratta della n°11 che, spiegano gli ambientalisti, modifica la legge regionale 38 del 1996 sulle aree protette regionali e consente le attività cinofile all’interno del Parco Sirente Velino e delle altre riserve naturali di competenza regionale. Un provvedimento che, secondo le associazioni in questione, mette a gravissimo rischio la conservazione di specie faunistiche importanti, tutelate da norme europee e nazionali, a cominciare dall’orso e dal camoscio e che apre la prospettiva di uccisioni di cervi e caprioli, insomma, secondo le associazioni in questione, una sorta di caccia subdola, senza fucile e senza regolamentazione. In più, precisano, si rischia di incorrere anche in pesanti sanzioni da parte dell’Europa.
“La Regione Abruzzo cancella d’incanto ogni sua precedente scelta verde, – spiegano gli ambientalisti – votando all’unanimità un provvedimento legislativo in palese contrasto con almeno due leggi nazionali, con la stessa legge regionale 38, modificata in modo assurdo e incoerente, e con la delibera 451/2009 della Giunta: si tratta della legge regionale n. 11 di modifica della l.r. 38/1996 (approvata in Consiglio Regionale il 5 aprile scorso e pubblicata sul Bollettino Ufficiale il 14 aprile) con la quale si consentono attività cinofile e cinotecniche all’interno delle aree protette regionali. La legge – proseguono gli ambientalisti – è passata quasi alla chetichella in Consiglio, senza alcun coinvolgimento delle associazioni e degli stessi dirigenti delle aree protette regionali.”
Federparchi, le associazioni ambientaliste e le riserve chiedono l’abrogazione della legge regionale.
“I provvedimenti pro-caccia – proseguono – insieme alla paralisi di una importante fetta della vigilanza ambientale con la cancellazione delle Polizie provinciale, la dicono lunga sulle recenti scelte della Regione Verde d’Europa. Chiediama di rivedere le proprie posizioni contrarie a una sana politica ambientale e persino al buon senso.”
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