Sembra essere rientrata la crisi all’interno della maggioranza di centrosinistra che guida la Regione.
Ieri summit a L’Aquila.
“È stato un confronto tutto incentrato sul programma partendo dai punti evidenziati sulla lettera del 14 ottobre, non si è parlato di rimpasti né di allargamento della coalizione”. Così il consigliere regionale del Partito democratico Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza, sul summit della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Abruzzo, convocata all’Aquila per affrontare il tema della spaccatura in seno alla coalizione. Almeno dalle parole dell’ex sottosegretario alla presidenza della Giunta, l’unico deputato a parlare, i venti di crisi in seno alla coalizione sono rientrati con l’adozione della linea morbida. Non ci sarà nessun rimpasto, ma solo un programma di metà mandato incentrato in particolare su sanità e trasporti.
Le fibrillazioni erano cominciate nei mesi scorsi, ma il mal di pancia era diventato ufficiale lo scorso 14 ottobre quando i tre ribelli, l’assessore Andrea Gerosolimo e il suo collega consigliere regionale di Abruzzo Civico Mario Olivieri, e l’assessore Donato Di Matteo del Pd, hanno inviato una lettera di forte critica nella gestione e nel metodo, troppo accentratore da parte del vertice, al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. I due di Abruzzo Civico, con la variante del consigliere del Pd Luciano Monticelli, avevano già bloccato l’attività nell’estate 2015 e anche in quell’occasione tutto rientrò. All’incontro è risultato assente Gerosolimo, almeno ufficialmente per motivi di salute.
“Si è deciso di individuare un programma di metà mandato – spiega ancora D’Alessandro – entrando nel merito delle singole questioni, dalla sanità ai trasporti, con una fitta agenda di riunioni a partire dai prossimi giorni”. “Faremo anche una sintesi di quanto fatto finora – aggiunge – abbiamo affrontato anche il discorso della collegialità e a partire da questa vicenda c’è la possibilità di maturare una maggiore collegialità su questioni centrali nel nostro programma”.
I tre ribelli sono stati anche tra i promotori di un’offensiva volta a sfiduciare il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, azione poi tramontata.