Strada dei Parchi spa, ex gestore delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25, ha presentato ricorso contro la revoca della concessione decisa a luglio dal governo Draghi anche in sede Europea
Il serrato contenzioso in Italia prevede una udienza di merito davanti al Tar del Lazio il prossimo 7 dicembre quando “Si deciderà se rinviare o meno la questione all’esame della la Corte costituzionale e comunque i giudici si pronunceranno nel merito”. Lo ha detto Mauro Fabris,
vice presidente di Strada dei Parchi Spa, a margine di un evento a Pescara. Fabris torna a rigettare le accuse formulate dalla senatrice abruzzese del M5S Gabriella Di Girolamo nel question-time di ieri al Senato.
“Noi non abbiamo potuto fare altro che rivolgerci ai Tribunali della repubblica e anche alle competenti Autorità a livello europeo. Avendo vinto una gara comunitaria saranno anche le Autorità europee a dire se sia stato giusto togliere senza motivazioni concrete, senza che che nessun Tribunale abbia mai sancito una irregolarità. Insomma, qui non è successo nulla, c’è stata una realtà di infrastruttura che pure è stata costruita in zona sismica con criteri ormai superati, che è stata gestita senza che nulla capitasse alla stessa opera”. Secondo Fabris, “non ci fu nessun mercimonio, non ci fu nessuno scambio con la politica, ci fu una gara europea, la prima gara europea per assegnare una concessione. E non come fatto con autostrade come la A14 assegnate al gruppo Benetton attraverso una trattativa diretta tra lo Stato e la concessionaria privata. Famiglia Benetton che ha avuto un indennizzo miliardario dopo il crollo del ponte Morandi, mentre senza nessuna contestazione su
gestione e messa in sicurezza, a Strada dei Parchi il governo Draghi ha tolto illegittimamente una concessione che scadeva nel 2030”. Il vice presidente della società del gruppo industriale abruzzese Toto boccia come falsa la accusa che nelle A24 e A25 ci sia la tariffa più alta d’Italia “è la settima tra quelle di montagna”, sottolineando che gli aumenti sono stati imposti dai governi che si sono succeduti.