“Un paradosso da multiverso, in cui troviamo una Asl di Pescara raccontata dal centrodestra, dove tutto va bene, dove ci sono milioni di euro da investire, macchinari all’avanguardia e dove nei corridoi degli ospedali si incontrano unicorni e folletti”
“E poi c’è una Asl di Pescara che vivono i cittadini sulla propria pelle, che vive il personale sanitario in corsia e che io vedo nelle mie visite ispettive e nei momenti di confronto con i cittadini. Ci sono due realtà parallele: una la troviamo sui comunicati stampa del Presidente della regione e dei suoi gregari, per l’altra invece basta guardarsi intorno e capire in che stato pietoso si trova il servizio sanitario pubblico, dopo quasi 5 anni di Governo regionale di centrodestra” sono le parole con cui il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari apre la conferenza stampa, tenuta questa mattina davanti al Pronto Soccorso di Pescara, con lui tanti cittadini che chiedono più tutela per il diritto alle cure in provincia di Pescara.
“La disamina del Vicepresidente Pettinari parte dall’Ospedale di Popoli “Il nuovo piano di riordino della Rete ospedaliera – spiega – prevede la soppressione della UOC (Unità Operativa Complessa) di medicina di Popoli che viene declassata a UOSD (Unità Operativa Semplice dipartimentale), questo si traduce di fatto in una morte annunciata per il reparto che perderà il suo Primario e non avrà più autonomia giuridica e finanziaria, che finirà relegata all’Ospedale di Pescara. Questa operazione svilisce la struttura popolese e la rende, ovviamente, meno appetibile per i nuovi medici vincitori di concorsi. Popoli avrà quindi un solo reparto con primario in Riabilitazione. È facile capire che a fronte di grandi annunci e di azioni, spiegate con paroloni che non vengono comprese a pieno dai cittadini, il centrodestra, a mio avviso in piena continuità con il centrosinistra, sta smantellando le nostre strutture periferiche creando enormi danni anche alla rete territoriale che dovrebbe invece funzionare come una macchina complessa con ingranaggi ben oleati. Inoltre sempre nella struttura di Popoli i cittadini ci segnalano criticità presso il CUP in cui non sono previsti inviti per gli utenti a dare la precedenza a disabili e donne in stato di gravidanza. Davanti a questa situazione la politica locale non può girarsi dall’altra parte. Mi sarei aspettato, per esempio, di vedere il Sindaco battere i pugni sul tavolo della Regione capeggiando magari una protesta pubblica dando valore alla fascia tricolore di Primo cittadino in difesa della comunità. Invece questi tagli nell’ospedale Santissima Trinità avvengono nel silenzio generale e nessuno alza un dito per stoppare le scellerate politiche del centrodestra.
Non va meglio a Penne dove c’è una cronica carenza di anestesisti. Meno anestesisti si traduce in meno operazioni chirurgiche e in un rallentamento delle operazioni endoscopiche. Penne è la sede di una grande eccellenza di gastroenterologia, che nonostante la presenza di un solo medico ha rappresentato un fiore all’occhiello per la struttura per anni. Eppure le politiche regionali non sono state capaci di valorizzare questo reparto: la seconda sala endoscopica non viene più utilizzata ed è andato a morire in qualche cassetto il progetto per la prevenzione del tumore al pancreas da realizzarsi all’interno del San Massimo. Un progetto approvato e portato avanti, anche con il mio contributo, ma di fatto mai attuato. Questo pressapochismo mortifica il personale sanitario e rischia di far perdere alla provincia di Pescara una delle grandi eccellenze d’Abruzzo. Anche il reparto di Ortopedia subisce la mala gestio del centrodestra. Più volte ho chiesto di elevare il reparto da UOSD a UOC, ma questa proposta non è mai stata accettata. Siamo davanti a Unità operative che si riducono a mera erogazione di servizi, come avviene in un ambulatorio. Questo rappresenta una morte lenta per il nosocomio e incide anche sulla qualità del servizio di emergenza urgenza: il poco personale a disposizione del pronto soccorso e l’impossibilità di ricoverare i pazienti, non avendo un reparto in cui trasferirli, porta molti utenti a Pescara, con i problemi di congestionamento che conosciamo.
Sempre nell’area vestina il centrodestra ha sferrato un colpo senza precedenti al servizio sanitario pubblico. Ho presentato e fatto approvare un emendamento che destinava 70mila euro per istituire un posto fisso di ambulanza a Farindola, parliamo di un territorio montano, morfologicamente poco raggiungibile dai grandi ospedali. Un posto fisso di ambulanza avrebbe potuto rappresentare un servizio essenziale per tutto il comprensorio ma la Giunta di centrodestra non ha attuato la variazione di bilancio, che doveva approvare entro il 2022, così i fondi per Farindola non sono arrivati a destinazione e se li sono tenuti nelle casse di Regione Abruzzo. Ritengo che questo sia un colpo vergognoso a un territorio già messo a dura prova da tagli e depotenziamento della medicina territoriale. E rappresentano anche un ulteriore colpo a chi, come il sottoscritto, pur dall’opposizione ha provato a rendere un servizio alla comunità su questioni di importanza vitale per i territori e per i cittadini che li abitano.
Se ci spostiamo a Pescara le cose non vanno meglio. Il pronto Soccorso è spesso affollato e il personale è sotto organico. Le attese sono state mascherate da sottospecie di ricoveri, che in pronto soccorso non dovrebbero verificarsi. Infatti nelle salette che dovrebbero essere preposte al primo soccorso viene anche servito il vitto, poiché i pazienti rimangono lì parcheggiati più del dovuto. Tutto ciò viene attuato, probabilmente, per non sovraffollare i reparti in cui c’è una cronica carenza di posti letto che questo centrodestra non è stato capace di sanare. Ma il risultato è che c’è uno stazionamento più lungo del dovuto in pronto soccorso con pazienti affetti da varie patologie, che dovrebbero invece essere curati nei reparti preposti. Anche la disposizione dei pazienti nei piani superiori non segue sempre la ripartizione per patologia, ma piuttosto vengono ricoverati dove c’è posto, creando promiscuità nelle terapie e nell’accudimento dei pazienti. In Pronto Soccorso ci vorrebbero 6 medici in più di quelli attualmente in servizio, stessa cosa vale per la carenza di infermieri e OSS. Purtroppo si verificano molti accessi impropri nei pronto soccorso perché la medicina territoriale (distretti sanitarie e guardie mediche), non è messa in condizione di lavorare al meglio e non offre una valida alternativa all’utenza rispetto all’ospedale.
In alcuni reparti ci segnalano il non funzionamento dell’aria condizionata, che in questi giorni di caldo rappresenta un vero problema, e il mancato funzionamento dei campanelli per chiamare il personale infermieristico in caso di emergenza. Questo porta un grave disagio sia ai pazienti che agli infermieri stessi: nelle ore diurne mentre camminano in corsia vedono la luce rossa della stanza accendersi e quindi intercettano le richieste, ma nelle ore notturne, mancando il segnale sonoro, può accadere che gli infermieri non si accorgano della chiamata”. Conclude Pettinari.