Al Decreto Inceneritori l’Abruzzo dice “No”; la presa di posizione arriva dall’attuale assessore regionale all’Ambiente (salvo rimpasti) Mario Mazzocca.
La coalizione sta dalla stessa parte della barricata – quella di centrosinistra, seppur con qualche distinguo – eppure tra il livello nazionale e quello regionale non sembra esserci perfetta sintonia. Anzi, in qualche caso il suono è così stridente da risultare stonato alle orecchie di chi ascolta. Non c’è solo la questione delle trivellazioni in Adriatico, che comunque occupa una parte significativa del dibattito interno ed esterno alle politiche di Governo. Ora si aggiunge anche un’altra dicotomia, e anche stavolta su di un tema ambientale: il decreto legislativo che autorizza la realizzazione di 12 impianti di incenerimento in 10 regioni italiane, tra le quali c’è anche l’Abruzzo. Una scelta, quella degli inceneritori, che rischia ancora una volta di mandare in fumo l’accordo politico. L’argomento è stato ieri al centro della conferenza Stato- Regioni che si è svolta a Roma e che ha visto presente l’assessore all’ambiente della Regione Abruzzo, Mario Mazzocca.
“Ho rappresentato in conferenza Stato-Regioni – dice Mazzocca – la netta contrarietà della nostra Giunta a qualsiasi ipotesi di costruzione di un inceneritore in Abruzzo. Nella nostra Regione si ipotizza la costruzione di un solo impianto, ma noi abbiamo presentato una serie di obiezioni, anche di carattere amministrativo, per bloccare ogni discorso sul nascere”.
A proposito della scelta del Governo, Mazzocca parla di “ennesima prova di una concezione diversa delle politiche statali in relazione alle politiche regionali che, in questo caso, risultano reciprocamente stridenti”. In sostanza l’ipotesi di sviluppo nazionale risulta “lontana anni luce dai modelli di crescita che l’Abruzzo intende darsi, improntati a criteri di chiara e reale sostenibilità”. Mazzocca conclude affermando la necessità di rivalutare la situazione endogena abruzzese e lo stato dell’arte delle azioni fin qui messe in campo, dal nuovo Piano di Gestione Rifiuti e la vicenda dell’impianto “Powercrop”. Da considerare anche la discutibile base di partenza da cui scaturisce la bozza di decreto, la cui genesi trarrebbe origine solo da fredde considerazioni di mero e matematico bilancio energetico, senza considerare le reali criticità delle emissioni in atmosfera dell’impianto in relazione alla configurazione geografico-ambientale dell’Abruzzo. Quella espressa dall’assessore Mazzocca, evidentemente, non è un’opinione personale, ma un dissenso manifestato ufficialmente, in nome e per conto della Regione, almeno fino a che la rappresenterà in qualità di assessore all’ambiente (è noto che il Governo regionale è alle prese con rimpasti ed ex dissidenti). Nella riunione tecnica della “Commissione Ambiente delle Regioni”, svoltasi ieri presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per trattare il Decreto Inceneritori nei dettagli, la scelta dell’Abruzzo è stata motivata come decisione studiata, concertata e condivisa anche con il consigliere Pierpaolo Pietrucci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Regione Abruzzo.
“Sono assolutamente in accordo – ha affermato Pietrucci – con la visione strategica e politica dell’assessore Mazzocca, soprattutto quando si tratta di pensare all’economia di aree complesse come quelle per le quali mi batto, le aree interne della regione. Lo dimostrano i miei impegni contro le centrali a biomasse e contro il progetto del metanodotto SNAM, che non tengono affatto in considerazione le vocazioni e la natura del territorio. Per questo motivo sostengo le azioni dell’assessore Mazzocca”.
A confondere ulteriormente i confini della politica arriva anche un altro “No”, quello del Veneto, regione certo non di centro-sinsitra. La Regione si oppone a quanto previsto dal Governo con il decreto “Sblocca Italia” circa la realizzazione di 12 nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti in 10 Regioni, uno dei quali dovrebbe essere realizzato nel territorio veneto. A pronunciarsi è stato l’omologo di Mazzocca, l’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin, nel corso della riunione romana di ieri.
“Tutte le amministrazioni regionali presenti – ha spiegato Bottacin – anche quelle governate dal centro-sinistra, hanno ribadito di non condividere assolutamente l’impostazione del provvedimento, in quanto prefigura una pesante ingerenza dello Stato in una materia di competenza regionale. Ma non è solo una questione di principio, perché le previsioni governative contrastano anche con le pianificazioni regionali dei rifiuti: il Veneto ha già stabilito come e dove gestire e smaltire i suoi rifiuti e così pure altre Regioni”.