Via libera dall’Aula del Senato, per alzata di mano, al dl sisma. La misura prevede l’estensione anche ad altri territori tra i quali anche l’Abruzzo
Il provvedimento in scadenza il 12 marzo, passa ora all’esame della Camera. La misura prevede l’estensione anche ai territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dalla crisi sismica del 2016/2017 delle misure di accelerazione e semplificazione già previste per gli interventi di ricostruzione nei comuni interessati dal sisma del 2009 in Abruzzo.
Fina: “La maggioranza si è supinamente piegata a tutti i no del Governo e nelle aree terremotate superbonus è diventato supercaos”
“Non possiamo votare a favore di un decreto in cui manca troppo, lo sapete meglio di noi visto che la maggioranza è stata maltrattata dal governo. Siamo umanamente solidali. Sono 55 gli emendamenti presentati dalla maggioranza ritirati su richiesta dell’esecutivo, tanti quanti quelli dell’opposizione bocciati”: lo ha dichiarato in Aula il senatore Michele Fina nella dichiarazione di voto a nome del Partito Democratico nell’ambito della conversione in legge del decreto Ricostruzione.
Fina ha elencato alcune delle proposte del Pd bocciate dal governo: “La tutela, il supporto psicologico, il patrocinio legale gratuito dei familiari e delle vittime del terremoto, quelle a favore della Protezione civile, ma soprattutto quelle per rimediare al disastro del Superbonus che nelle aree terremotate è diventato un vero e proprio Supercaos. Grazie infatti a un superbonus rafforzato in molti qui avevano rinunciato al contributo per la ricostruzione e ora non possono tornare indietro, la maggioranza lo sapeva bene visto che come noi ha presentato emendamenti poi ritirati su richiesta del governo. Il risultato è che migliaia e migliaia di cittadini sono confinati nel limbo, ci è stato detto che il problema sarà affrontato nel prossimo provvedimento ma l’inaffidabilità del governo e della maggioranza si misura nel caso di Ischia, per cui manca ancora una volta quello che mancava nel provvedimento precedente. Per il governo e per la maggioranza per giunta Ischia appare un disastro di serie B, visto che non sono nemmeno riusciti a sospendere l’IMU per le abitazioni inagibili. Noi continueremo a batterci per una strategia e per una visione, perché arrivi un codice della ricostruzione e siano implementate politiche di prevenzione per tutti i territori che ne hanno bisogno”. Nel corso del suo intervento Fina ha ringraziato i governi che si sono succeduti dal 2009 in poi, assieme alle amministrazioni locali, alle associazioni, “per l’impegno per ottenere le notevoli risorse e i provvedimenti a favore delle zone terremotate. Si vergogni il senatore Scurria che ha detto che quando Biondi è diventato sindaco L’Aquila era una città morta, dove gli operai erano gli unici esseri umani a frequentarla”.
RICOSTRUZIONE, LIRIS: APPROVAZIONE NUOVA LEGGE STABILIZZA UN MODELLO A CUI ISPIRARSI
“Oggi, se a quattordici anni di distanza è ancora necessario legiferare per la ricostruzione, è perché tutto l’impegno che lo Stato ha profuso per L’Aquila che ha permesso ai cittadini di godere di quello che può essere considerato un privilegio non affatto scontato – che è quello di non essersi sentiti mai abbandonati – necessita di una stabilizzazione affinché non si disperda un patrimonio fatto di buone pratiche, di professionalità costruite, di meccanismi collaudati: in buona sostanza, un autentico modello che, come tale, non può e non deve rischiare di andare perduto”. Lo afferma il senatore Guido Liris, eletto in Abruzzo, cui oggi è toccata la dichiarazione di voto in aula per il gruppo di Fratelli d’Italia alla conversione in legge del decreto n.3 dell’11 gennaio recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile. Il provvedimento, che porta la prima firma della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che come ha ricordato Liris è stata eletta proprio nel collegio L’Aquila-Teramo dove ricade il cratere sismico – è stato approvato poco fa dall’aula di Palazzo Madama.
La legge, tra le altre cose, contiene misure di accelerazione e semplificazione della ricostruzione pubblica, regola i poteri sostitutivi statali esercitabili in relazione agli interventi nell’ambito del fondo complementare al Pnrr, assicura il mantenimento in servizio del personale tecnico ed amministrativo assunto presso gli Uffici speciali e le amministrazioni comunali per il disbrigo delle pratiche di ricostruzione che abbia superato il limite di durata di 36 mesi di lavoro a tempo determinato e del personale in servizio in virtù di una convenzione tra Invitalia e struttura commissariale. Prevede, inoltre, la semplificazione delle procedure di commissariamento dei consorzi costituiti da aggregati edilizi nei casi di inadempienze. “Un processo lungo che si appresta a compiere l’ultimo miglio, che ha coinvolto e coinvolge diversi attori e ha visto e vede in prima linea tutti coloro che sul territorio, con diversi ruoli, non si sono mai risparmiati: dagli amministratori agli imprenditori, da chiunque ricopra o abbia ricoperto incarichi in pubblici uffici passando per i cittadini, che con la loro forza e determinazione, la loro veemenza, spesso non sottraendosi alla mobilitazione nei confronti dello Stato ma sempre in modo civile e pacifico e solo ed esclusivamente nell’interesse collettivo, tutti ma proprio tutti, in questi lunghi, faticosi quattordici anni hanno profuso il proprio impegno, ciascuno per ciò che gli competeva, per far sì che le pietre tornassero ai loro posti e che una comunità non si disgregasse”, rileva Liris. “Quattordici anni dopo, gli effetti di quell’evento devastante che solo a chi nella vita ha avuto la sventura di subire possono risultare di facile comprensione, si rendono necessari, ancora, interventi normativi. È stato modello, L’Aquila, sì, lo è stato nella gestione dell’emergenza, innanzitutto, quando in pochi mesi un governo di centrodestra ha dato un tetto a decine di migliaia di persone, ma lo è stato anche nella ricostruzione, avviata già nei primi tre anni successivi al terremoto: difficile, oggi, indicare casi, anche successivi, in cui questo sia avvenuto”. “Si è costruita un’architettura amministrativa solida ed efficace, si sono svolti concorsi pubblici per selezionare personale qualificato, si sono reclutati giovani da ogni parte d’Italia, si sono costituiti uffici speciali; si è pianificato, si è normato, si è progettato; si sono messe in cantiere opere innovative mai viste che hanno reso e stanno rendendo L’Aquila, con uno dei centri storici più importanti ed estesi d’Italia, un autentico modello in termini di sicurezza. Tutto, senza trascurare la storia e la bellezza che essa ci ha lasciato, un patrimonio degli aquilani e degli abruzzesi, certo, ma dell’Italia intera, di tutti noi”, conclude il senatore.