Il gruppo del Pd in Consiglio regionale dice “No” alla modifica della Legge sulla Nuova Pescara
“Non vogliamo fare ostruzionismo, anzi cerchiamo un confronto di merito sulla legge della Nuova Pescara”: così i consiglieri regionali Pd Antonio Blasioli e Silvio Paolucci illustrano la loro attività nei confronti della legge che normerà l’iter di avvio della nuova realtà metropolitana. “Il centrodestra presenta una legge – spiegano anche a nome dei colleghi Dino Pepe e Pierpaolo Pietrucci – che condiziona il rinvio alla nascita di un ufficio per le fusioni
che avrebbe dovuto essere istituito sette mesi fa. Si faccia in modo di favorire la nascita per il primo gennaio 2024 e l’eventuale impossibilità sia rimessa a criteri oggettivi e non dipendenti dalla politica”. In una conferenza stampa all’Emiciclo, all’Aquila, i due ribadiscono che “da parte del gruppo regionale Pd c’è sempre stata la volontà di approdare quanto prima alla fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore. Il progetto di legge a firma del presidente Sospiri è volto essenzialmente a rimodulare la data di formazione della nuova municipalità, spostandola al 2027”. Di qui il riferimento a un passaggio del “Diario notturno” di Ennio Flaiano ritenuto dai consiglieri appropriato alla vicenda: “Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l’assenza del modulo ‘H’. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all’ufficio competente, che sta creando”. “In effetti – riprendono i consiglieri – il disegno di legge condiziona il rinvio della nascita al 2027 alla richiesta di differimento da parte di due Consigli comunali la cui valutazione entro l’1 settembre 2023 spetta ai presidente della Giunta e del Consiglio, che si avvalgono dell’Ufficio incaricato di supportare i Comuni nei processi di fusione. Questo Ufficio, però, designato in base al Progetto di legge a valutare se al 1° settembre ricorrano o meno le condizioni per la nuova Pescara al 2027, non è stato mai istituito, benché previsto dalla legge n.10/2022 in virtù di un emendamento proposto dal centrosinistra e approvato all’unanimità dal Consiglio. Si sono persi sette mesi in cui l’Ufficio avrebbe potuto già accompagnare le municipalità nella difficile fase di gestazione”.