Referendum trivelle, domenica si vota dalle 7 alle 23

Le “istruzioni per l’uso” del referendum sulle trivelle. Gli ultimi appelli del comitato per il Si, mentre il fronte del No punta sul mancato raggiungimento del quorum. Stasera alle 21 su “I Fatti e Le Opinioni” le posizioni a confronto su Rete8

Il referendum popolare è lo strumento previsto dalla Costituzione italiana per richiedere la cancellazione di tutta o di una parte di una legge dello Stato. Agli italiani si chiede di pronunciarsi sul quesito che riguarda la durata dei permessi di prospezione ed estrazione petrolifera già in essere entro le 12 miglia. Si vota solo domenica 17 aprile, dalle 07.00 alle 23.00, presso il seggio cui il cittadino risulti iscritto (basta vedere la tessera elettorale). Affinché il referendum sia valido occorre che vada a votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Affinché la proposta di abrogazione venga approvata occorre che la maggioranza voti “Sì”. Hanno diritto al voto tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto la maggiore età e gli italiani residenti all’estero, secondo le normali procedure di voto; i fuori sede potranno votare nel proprio Comune di residenza o iscrivendosi come “rappresentanti di lista” nel Comune in cui studiano o lavorano. Si vota in tutta Italia, non solo nelle regioni che hanno promosso il referendum. Le urne sono ubicate negli abituali seggi elettorali, all’interno dei quali ci si presenta con documento di identità e tessera elettorale. Qualora non si rinvenga la propria tessera elettorale o si rilevi che gli spazi per l’apposizione del timbro sono esauriti, si potrà chiedere una nuova tessera agli uffici comunali che, a tal fine, assicureranno l’apertura al pubblico nelle giornate di venerdì 15 e sabato 16 aprile, dalle 9 alle 18, mentre domenica resteranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto. Lo scrutinio dei voti inizierà nella stessa giornata di domenica, subito dopo la chiusura delle votazioni ed appena ultimate le operazioni preliminari allo scrutinio stesso.

Questo il testo esatto del quesito sottoposto a referendum:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?”.

 

LE RAGIONI DEL SI

In sostanza, votando “Sì” si otterrà la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere di continuare le operazioni fino ad esaurimento del giacimento, senza il vincolo del limite di tempo. I promotori del referendum ritengono che se prevalesse il “Sì” le attività petrolifere andrebbero progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni e non prorogabile fino ad esaurimento del giacimento.

IL COMITATO PER IL SI: IL SERVIZIO DEL TG8

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LE RAGIONI DEL NO

Il fronte del “No” punta anche sull’astensionismo degli elettori e sul mancato raggiungimento del quorum, affermando l’inutilità di un referendum che non cambia l’indirizzo del Governo espresso nella legge di stabilità con lo stop alle trivelle entro le 12 miglia, non consente comunque nuove trivellazioni quale ne sia l’esito, e va solo a colpire le attività e i posti di lavoro già esistenti in giacimenti destinati ad esaurirsi.

IVANO TEODORO CALABRESE (Confindustria Ch-Pe) da “I Fatti e Le Opinioni” in onda stasera alle 21 su Rete8.

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Marina Moretti: