Circa 15.000 persone, nella grande maggioranza over 65, sono affette dalla gotta in Abruzzo.
Il dato è al centro dei lavori di un simposio internazionale all’Aquila, nell’auditorium Renzo Piano, fino a sabato prossimo 5 settembre. Oltre 250 studiosi dall’Europa e dagli Stati Uniti si confrontano su ‘Anziani e malattie croniche, come mantenere una vita attiva ed evitare la disabilità’.
L’evento è promosso dal prof. Giovambattista Desideri, direttore dalla divisione di geriatria dell’Università di L’Aquila e da Stefania Maggi, responsabile del progetto invecchiamento per l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova.
Il focus riguarda soprattutto il binomio invecchiamento-malattie croniche, tema di enorme importanza di fronte all’incremento della popolazione anziana, con l’Abruzzo al di sopra della media nazionale.
Tra le novità balza agli occhi l’impennata dei casi di gotta che nel mondo, dal 2005 al 2009, ha fatto registrare un incremento del 30%). La gotta, causata dall’eccessiva presenza di acido urico nel sangue (iperuricemia), colpisce anche persone molto giovani, tanto che vi sono casi tra modelle che, per dimagrire, assumono diuretici favorendo così l’insorgenza della malattia.
“La gotta”, dichiara il prof. Desideri, “che è tra i tanti temi al centro del congresso, nel passato era considerata una malattia di nicchia, tipica di papi e re perché legata all’abbondante alimentazione ma oggi è in forte aumento e largamente diffusa, tanto che in Italia ne è affetto circa un milione di persone. E’ la più frequente malattia articolare infiammatoria negli uomini e nelle donne dopo la menopausa”.
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Succede ad ingozzarsi di carne, arrosticini, costine e similari