Sono 901 (di cui 293 reinfezioni) i casi positivi al Covid registrati tra il 29 aprile e il 5 maggio in Abruzzo. Un decesso. Scende il numero degli ospedalizzati
I 901 nuovi casi dell’ultima settimana portano il totale dall’inizio dell’emergenza – al netto dei riallineamenti – a 658287 (di cui 39149 reinfezioni). Il bilancio dei pazienti deceduti registra 1 nuovo caso (si tratta di una 89enne) e sale a 3960. Nel totale dei casi positivi sono compresi anche 650933 dimessi/guariti (+921 rispetto a venerdì scorso). Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 3394 (-21 rispetto a venerdì scorso). Di questi, 87 pazienti (-10 rispetto a venerdì scorso) sono ricoverati in ospedale in area medica; 4 (+4 rispetto a venerdì scorso) in terapia intensiva, mentre i restanti sono in isolamento domiciliare. Nell’ultima settimana sono stati eseguiti 1885 tamponi molecolari (2605842 in totale dall’inizio dell’emergenza) e 6909 test antigenici (4878822). Del totale dei casi positivi, 133761 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+136 rispetto a venerdì scorso), 189446 in provincia di Chieti (+378), 157357 in provincia di Pescara (+244), 156039 in provincia di Teramo (+158), 13404 fuori regione (+19) e 8280 (-34) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.
Sono tante le emozioni che si affacciano sul viso del direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, quando, in un’attesissima conferenza stampa a Ginevra, annuncia la fine dello stato di emergenza sanitaria mondiale per il Covid-19. C’è la soddisfazione di poter finalmente pronunciare la parola “fine” dopo tre anni in cui il virus ha tenuto con il fiato sospeso il mondo intero, c’è il rammarico nel riconoscere ciò che non è andato come doveva, il
dolore per i 20 milioni di morti che il virus ha fatto, la preoccupazione perché la fine dell’emergenza non vuol dire che il pericolo sia definitivamente scampato e c’è l’emozione, per una promessa solenne fatta alle future generazioni: “Non rifaremo gli stessi errori”. Dopo 1221 giorni, tanti ne sono trascorsi da quel 30 gennaio 2020 quando il mondo piombò improvvisamente nell’incubo Covid, l’annuncio di Ghebreyesus ha il sapore di una liberazione: “Il Comitato Oms ha raccomandato la fine dello stato di emergenza ed io ho accettato l’indicazione”. Ma questo, avverte subito, non significa che sia tutto finito: “E’ con grande speranza che ora io dichiaro la fine del Covid-19 come emergenza sanitaria globale, ma ciò – tiene a sottolineare – non significa che il Covid sia finito in termini di minaccia alla salute globale. Resta infatti il rischio di nuove varianti emergenti che possono
causare altre ondate di casi e morti”.