Per la sola Asl di Pescara si stima che siano oltre 100 i lavoratori precari del settore sanitario, in attesa di una stabilizzazione contrattuale che renda merito ai sacrifici di due anni di pandemia; quasi 300 per la Asl di Chieti.
Manca però un numero preciso e definitivo di questo esercito di lavoratori e lavoratrici precari che, assunti a tempo determinato anche tramite agenzie interinali, sono stati chiamati in piena emergenza a tamponare la carenza di personale ma che oggi, da eroi nazionali, rischiano di finire nel dimenticatoio della precarietà, abbandonati dalle stesse istituzioni che ne tessevano le lodi. A denunciarlo è la Cgil di Pescara in un’assemblea aperta anche ai politici regionali.
«Questi lavoratori inizialmente sono stati considerati eroi dalle istituzioni e oggi rischiano di essere abbandonati dalle stesse istituzioni che li hanno osannati», ha dichiarato Massimo Di Giovanni della Funzione pubblica della Cgil di Pescara. «Poiché c’è carenza di personale in ambito sanitario, riteniamo che la loro stabilizzazione sia più che mai urgente e di questo ci faremo carico nell’incontro che avremo oggi pomeriggio alle 15 con l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì.»