Una giornata di approfondimento e di riflessione nata da una iniziativa dell’Ordine dei Medici di Chieti portata avanti, da alcuni mesi, con il Pronto Soccorso e con la Medicina del territorio
Scopo dell’iniziativa favorire il dialogo e la comprensione tra coloro che quotidianamente sono in prima linea sullo stesso fronte ma, soprattutto, tentare di trovare soluzioni condivise per una migliore integrazione tra ospedale e territorio con particolare attenzione al percorso urgenza.
“Il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, naturalmente, riguarda tutta l’Italia e necessita di risposte nazionali, ma sul quale oggi facciamo qualche riflessione e tentiamo, nel nostro piccolo, di fare la nostra parte con l’obiettivo di ridurre la pressione sul pronto soccorso, limitare i tempi di permanenza non necessari e assicurare un’adeguata presa in carico del paziente sul territorio. Ma il nostro tentativo è anche quello di ragionare sui codici bianchi e verdi e sulla loro possibile gestione diretta da parte del territorio. Infatti, il fenomeno non può essere considerato un evento di esclusiva pertinenza dei Pronto Soccorso e richiede, pertanto, una molteplicità di interventi di livello sistemico e locale, volti alla corretta pianificazione dei percorsi assistenziali intra-ospedalieri e l’interazione funzionale tra ospedale e territorio, tramite la definizione dei ruoli e delle reti sia ospedaliere che territoriali. Ci viene in soccorso il PNRR con la riforma della sanità territoriale e con un nuovo modello di assistenza sanitaria territoriale”. E’ stato detto.
La rete si sviluppa su tre livelli:
- Casa della comunità. Elemento centrale della nuova organizzazione e punto di riferimento della popolazione, l’obiettivo è realizzarne almeno 1350. Accoglie un team multidisciplinare composto, principalmente, da medici di medicina generale e specialisti, pediatri, infermieri di comunità, assistenti sociali. È dotata di un’infrastruttura informatica, punto prelievi, strumentazione polispecialistica per garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico delle persone.
- Assistenza domiciliare. In questo ambito è previsto sia il rafforzamento, portando fino a 1,5 milioni il numero di persone assistite con oltre 65 anni di età, sia la riorganizzazione che implica l’attivazione di 600 Centrali operative territoriali (Cot) che avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, soprattutto attraverso la telemedicina.
- Ospedale di comunità. Sono previste 400 strutture per il ricovero di breve durata (15-20 giorni), dotate fino a un massimo di 40 posti letto, la cui gestione è affidata prevalentemente al personale infermieristico. Nascono per assistere i pazienti che necessitano di interventi sanitari meno complessi, al fine di ridurre gli accessi impropri al Pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero e il ricorso ad altre prestazioni specialistiche.