Anche se sono tornati in mare da più di una settimana i pescatori abruzzesi, potrebbero nuovamente incrociare le braccia, a causa del caro gasolio
Il prezzo del carburante continua a salire e rappresenta l’ennesima tegola su un settore già fortemente in crisi. Il gasolio è la prima voce di spesa per un’imbarcazione da pesca: rappresenta il 60% dei costi totali, più delle retribuzioni del personale di bordo. Da una media che nel 2021 si era stabilizzata attorno ai 48-60 centesimi al litro, si è passati agli odierni 1,10-1,23 con punte di 1,35 euro al litro negli ultimi giorni. Ciò significa una sola cosa: i costi diventano maggiori dei ricavi e quindi uscire in mare è diventato quasi insostenibile e per questo le associazioni di categoria chiedono al Governo misure concrete per fare fronte all’emergenza, misure che però tardano ad arrivare.
Giovanni Massi, titolare del moto- peschereccio Il Faro: “Se il prezzo del gasolio dovesse aumentare ulteriormente entro breve, non è escluso che saremmo costretti a fermarci nuovamente, lo scenario che si prefigura è questo, anche se in vista del fermo biologico previsto per metà agosto, vorremmo evitare di dover prendere una decisione drastica: cerchiamo di stringere i denti.”