Con l’aumento dei nuovi casi di persone positive al Covid stanno aumentano di pari passo anche i contagi nei luoghi di lavoro, soprattutto per i lavoratori e le lavoratrici del comparto sanitario sia pubblico che privato.
Il Patronato Inca Cgil di Chieti, già dall’inizio della pandemia ha svolto, e continua a svolgere, un’intensa attività di tutela individuale volta a garantire le tutele previste dall’Inail per chi ha subito un infortunio lavorativo da Covid, basti pensare che da marzo 2020 a marzo 2022 sono 312 i casi patrocinati. Nonostante siano ormai trascorsi 2 anni dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, e nonostante numerosi chiarimenti fomiti sia dall’Inail che dall’Ordine dei Medici in merito alle modalità di gestione e riconoscimento degli infortuni Covid, ancora oggi siamo cosEetti a segtalare disfunzioni che mettono a rischio i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici con il mancato riconoscimento dei casi da parte dell’Inail. Ci riferiamo in particolare alla circostanza che riguarda i contagi Covid diagrosticati con certificati medici inviati all’lnps piuttosto che all’lnail che non consentono al datore di lavoro di procedere all’invio della denuncia di infortunio e all’Inail di effettuale I’istruttoria della pratica. In numerosi casi il Patronato Inca è doluto intervenite per segnalare all’Inail infortuni non denunciati proprio per la mancanza dell’apposito certificato. Ricordiamo che, come chiarito dall’lnail nella circolare numero 13 del 2020, è prevista la presunzione semplice di infortunio nel caso di contagio da Covid per le seguenti categorie di lavoratori: operatori sanitari, lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non sanitario operante all’interno delle strutture sanitarie con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori, infermi ecc. Riteniamo che, nonostante l’elevato numero di infortuni Covid ufficiali, vi sia un altrettanto elevato numero di casi sommersi proprio a causa del problema dei certificati inviati all’INPS che hanno comportato la gestione dell’assenza dal lavoro come casi di malattia comune e non come infortunio sul lavoro. La tutela Inail per chi subisce l’infortunio è molto importante perché, a differenza della malattia, l’assenza dal lavoro non rientra nel periodo di comporto (salvo rare eccezioni previste dal CCNL di appartenenza), inoltre nel caso di postumi permanenti derivanti da contagio Covid, che possono sorgere anche a distanza di anni dalla guarigione, l’Inail può erogare un indennizzo in capitale per il danno biologico e nei casi più gravi anche una rendita mensile. E’ possibile segnalare all’Inail, per il tramite del Patronato Inca Cgil di Chieti, infortuni non denunciati entro tre anni dal contagio, inviando una mail a chieti@inca.it con richiesta di assistenza per i proprio infortunio erroneamente trattato come malattia comune.