“La fisica dei neutrini continua a costituire motivo di grande interesse”. Lo assicura il premio Nobel Takaaki Kajita, ospite del Gran Sasso Science Institute, in un confronto virtuale all’Aquila, nell’ambito degli appuntamenti “L’Aquila Joint Astroparticle Colloquia”, promossi in collaborazione con i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn e con il Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Kajita, insignito nel 2015 insieme ad Arthur B. McDonald del Nobel per la Fisica “per la scoperta delle oscillazioni del neutrino, che dimostra come i neutrini possiedano una massa”, ha tenuto una presentazione sulla sua attività di ricerca in questi anni discutendo a proposito della scoperta delle oscillazioni dei neutrini, lo stato attuale sugli studi di oscillazione e le prospettive future per gli esperimenti di oscillazione dei neutrini.
“Si presume che i neutrini non abbiano massa – ha indicato come punto di partenza del suo intervento – Se i neutrini hanno massa è lecito aspettarsi delle oscillazioni dei neutrini. Di fatto le oscillazioni dei neutrini sono state scoperte studiando i neutrini atmosferici e solari”. “Esperimenti di decadimento protonico – ha detto Kajita a conclusione del suo intervento – hanno portato avanti la ricerca in tal senso. Successivamente, nel 1998, l’esperimento Super-Kamiokande scoprì per la prima volta le oscillazioni dei neutrini”. Gli esperimenti sui neutrini solari sono iniziati negli anni ’60 e hanno avuto un’evoluzione sino agli anni Duemila. “Da allora – ha aggiunto – vari esperimenti hanno studiato le oscillazioni dei neutrini, gettando le basi per gli esperimenti futuri”. Tra questi l’Hyper Kamiokande, avviato nel 2010, ma che solo nel 2027 comincerà a raccogliere dati.