Torna alla luce una partitura autografa dell’aprile del 1925 composta a Milano dal celebre compositore abruzzese per la «Passione di Cristo».
È stato pubblicato il volume «Alessandro Cicognini e la musica sacra», firmato dal maestro Davide Cavuti, compositore, regista, e direttore del «Centro Studi Nazionale Cicognini», che da anni attua un’intensa opera di ricerca per la valorizzazione e la divulgazione delle opere di uno dei più importanti compositori cinematografici di tutti i tempi. Nel volume, è inserita una delle partiture di musica sacra del maestro, scritte per la «Passione di Cristo». Il volume è edito dal «Centro Studi Nazionale Cicognini».
Dopo «Retrato de Tango» (2003) e «Le Vite» (2019), Cavuti aveva pubblicato il volume universitario «Elementi di Ingegneria del miglioramento continuo» nel dicembre del 2021, testo universitario per gli studenti di Ingegneria.
«Ho deciso di realizzare questo volume dedicato alla musica sacra composta da Alessandro Cicognini, autore di oltre trecento colonne sonore e di musica sinfonica e operistica. – ha dichiarato il maestro Davide Cavuti – Dopo tante ricerche, sono riuscito a trovare alcune sue partiture per voce solista e orchestra sinfonica, dal titolo «Quattro liriche religiose popolari», scritte nell’aprile del 1925 e custodite presso il «Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi» di Milano. Nel volume ho curato una sua breve biografia che segue i lavori precedenti dedicati al nostro illustre concittadino».
È uno dei pochi spartiti del maestro Cicognini, che a fine anni sessanta, si liberò di tutte le sue partiture, gettandole nel fiume Aniene. Dal libro di Cavuti, si riesce, inoltre, a trovare una delle spiegazioni della volontà del celebre compositore di allontanarsi dal mondo del cinema: «La musica nel film è rimasta un’appendice di un’attività collettiva, quindi non è più possibile pensare che il film offra per la musica una grande possibilità».
«Quattro liriche religiose popolari» si compone di quattro movimenti: “Partenza di Gesù per Gerusalemme”, “Al Calvario”, “Il Cenacolo”, “Passione e Morte di Cristo”. Il testo inserito nella partitura è firmato dallo stesso Cicognini e riporta alcune parole in dialetto abruzzese.
L’incipit di Cavuti descrive l’amore del compositore di «Ladri di biciclette» per la terra d’Abruzzo: «Le colline di Francavilla al Mare sono state il suggestivo scenario di gran parte della vita del compositore Alessandro Cicognini che, anche dopo il trasferimento a Roma, custodì costantemente un legame forte con la città rivierasca».
Davide Cavuti aveva realizzato nel 2014 il disco «I Capolavori di Alessandro Cicognini e la musica sacra», registrato con Paolo Di Sabatino e ospiti d’eccezione come Antonella Ruggiero, Michele Placido e Sergio Rubini, riproponendo i temi più importanti composti da; nel 2016, aveva diretto il film biografico «Un’avventura romantica», presentato alla 73ª «Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia» e al «Festival de L’Avana a Cuba».
Alessandro Cicognini, simbolo della musica cinematografica del neorealismo e autore di opere sinfoniche e liriche, ha composto oltre trecento colonne sonore. Fu autore delle musiche di straordinari capolavori del cinema, collaborando con registi quali Alessandro Blasetti («La corona di ferro», «4 passi fra le nuvole», «Prima comunione», «Peccato che sia una canaglia»), Vittorio De Sica («Sciuscià», «Ladri di biciclette», «Umberto D.», «Miracolo a Milano», «Il giudizio universale»). La sua musica ha commentato le scene di film interpretati dai più grandi attori del suo tempo: Gino Cervi, Fernandel, Peppino De Filippo, Totò, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anthony Queen, Kirk Douglas, Clark Gable, Jennifer Jones, Montgomery Clift, Katharine Hepburne e molti altri. Si ritirò dal mondo del cinema alla fine degli anni sessanta e decise di disfarsi di tutte le sue opere, buttandole nel fiume Aniene, a Roma. Non abbandonò mai la passione per la musica, dedicandosi all’insegnamento della musica ai giovani e ricoprendo le cariche di direttore del «Conservatorio di Musica Francesco Cilea» di Reggio Calabria (1969) e, successivamente dal 1971, del «Conservatorio di Musica Luca Marenzio» di Brescia.