Questi sono i giorni che, per chi crede, avvicinano il cielo alla terra. Oggi la Chiesa Cattolica festeggia tutti i Santi domani la commemorazioni dei Defunti
È come un appuntamento con i nostri cari che non ci sono più, tanti in fila ai cimiteri, come a Pescara Colli dove ci sono bus ogni 15 minuti e Navette dalle 9 alle 17 con sensi unici per evitare ingorghi, vigili urbani mobilitati. Ma non si bada al traffico né al caro rose e orchidee che sembra, quest’ultimo, non esserci. In questi anni si pensa, in particolare, a tutte le famiglia che hanno perso i loro congiunti a causa del Covid.
Non solo fiori che, come ogni anno, a inizio novembre, colorano i camposanti dove, per chi crede, dormono i defunti, come indica l’etimologia della parola greca “cimitero.” Sono i giorni della memoria, della nostalgia, del ricordo. I giorni in cui chi non c’è più ti manca, come nelle feste, a Natale, a Pasqua, ai compleanni, quando vedi quel posto a tavola vuoto. Chi ha fede dice che loro ci sono accanto anche se noi non li vediamo, chi ha fede prega, ama, ricorda ancora più intensamente e ringrazia Dio per avergli dato una persona cara, piuttosto che arrabbiarsi per avergliela tolta. Tant’è che ora, percorrendo le vie dritte e strette dei cimiteri, più che il colore dei fiori, balza all’occhio il bianco di fogli e bigliettini. Sono spesso colmi di pensieri, dediche, lettere scritte rigorosamente a mano che vengono lasciate sulle tombe dei propri congiunti.
I fiori passano, appassiscono, le parole restano, soprattutto quando sono scritte e ben impresse sul foglio che le contiene. Ma ora ci sono le lettere che, come dice qualcuno, “hanno come postini gli angeli” per recapitarle a destinazione. Caro…,cara…,cari…, si inizia così e poi i pensieri che diventano parole e qualche lacrima scende giù a lasciare una macchia nera sul foglio che di lugubre ha ben poco, però, perché diventa una dolce cicatrice e, quando chi è Lassù leggerà, dicono altri, “quella macchia scomparirà per raccogliere tutte le lacrime versate e trasformarle nei colori dell’arcobaleno.”
La nostra società considera spesso la morte un tabù, è difficile parlarne, ma quando bussa e sfonda la porta portandosi con sé uno dei tuoi cari, ti rendi conto che questa è una delle fasi della vita. Difficile farsene una ragione, difficile trovare un perché, soprattutto del dolore. Nei camposanti, oggi e domani, oltre ai fiori ci saranno, dunque, pensieri, poesie, parole e anche oggetti della loro quotidianità che ci fanno sentire ancora in famiglia coloro che sono passati ad altra vita. Una vita nuova, per chi crede, in attesa del risveglio e di ritrovarsi di nuovo tutti insieme, magari con quella lettera conservata oltre le nuvole.