Pescara, il bilancio del Festival dannunziano

Sono bastati 300.000 euro per superare e far parlare di sé con una serie di graditi appuntamenti musicali e culturali. Per il Festival dannunziano di Pescara il futuro è assicurato ed è ora di espandersi ulteriormente

A dimostrare che è stato un successo non ci sono solo i numeri, lusinghieri, o le foto di piazze affollatissime. Ora, ha annunciato con orgoglio il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, “incassiamo anche l’interesse del Ministero”. Inevitabile allora spingere oltre lo sguardo, immaginando per le prossime edizioni anche eventi di portata internazionale, oggi non svelati ma che sembrano già in cantiere. Del resto immaginare era arte praticata proprio da Gabriele d’Annunzio, la cui figura è stata al centro di diversi incontri ad alto livello. Per Giordano Bruno Guerri, direttore artistico, il Festival ha finalmente restituito al Vate la sua essenza, non politica né tantomeno partitica, ma di individuo e di artista:

“Abbiamo riparato ad un’ingiustizia su un grande uomo e su un personaggio, indipendente, dal fascismo coma da tutto il resto”.

Dunque bilancio positivo per l’edizione 2022 del Festival dannunziano, quest’anno sul tema Imaginifico.

“Adesso – ha annunciato Giordano Bruno Guerri – potremo dedicarci completamente alla prossima: tema portante del 2023 sarà la poesia, ne parleremo con i grandi poeti italiani”.

Ci sarà ovviamente anche spazio per la musica, che ha portato a Pescara 12 artisti, 9 concerti e 30.000 presenze. Bene anche le mostre, i dibattiti, le presentazioni, gli appuntamenti sportivi e gli eventi teatrali.

 

 

Fabio Lussoso: