In merito al progetto di Rfi per il raddoppio della ferrovia Roma-Pescara, il Comune di Manoppello presenterà ricorso al Tar del Lazio avverso il giudizio positivo di compatibilità ambientale espresso dalla direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente
La decisione, pubblicata il 5 aprile scorso, riguarda i lotti 1 e 2, nella tratta Interporto d’Abruzzo-Manoppello e Manoppello-Scafa. La giunta comunale guidata da Giorgio De Luca ha conferito mandato all’avvocato pescarese Vincenzo Di Baldassare che sta preparando due diversi ricorsi (uno per ciascun lotto) sulla base di alcuni punti salienti indicati in delibera, che, secondo il Comune, rendono illegittima la decisione della Direzione Via. “Notiamo – ha detto il primo cittadino De Luca – che nessuna delle obiezioni presentate dal Comune di Manoppello, soprattutto per quanto concerne la sostenibilità ambientale dell’opera e l’analisi costi-benefici, è stata replicata dal Ministero, che, da parte sua, ci pare abbia piattamente ripreso le repliche presentate da Rfi.
Nel merito, proprio il Comune di Manoppello, in più occasioni – ha ricordato De Luca – nei mesi di marzo, maggio ed agosto del 2022 aveva dettagliatamente descritto tutte le incongruenze del progetto di Fattibilità tecnica ed economica (PFTE) di Rfi, annotando i molteplici elementi che rendono l’opera dannosa, senza tuttavia provare quali saranno gli effettivi benefici”.
Nel ricorso, verranno motivate una serie di criticità, a partire dal fatto che il progetto di raddoppio ferroviario è un’opera che nasce incompiuta poiché non ci sono i fondi per completare l’intera tratta. Ma, cosa più dirimente, non esistono prove sugli effetti ambientali benefici in termini di spostamento di traffico passeggeri, da gomma a ferrovia. Rfi indica, infatti, un numero irrealistico (?) pari a decine di milioni passeggeri che utilizzerebbero la tratta ferroviaria Pescara-Roma; rispetto alle poche decine di migliaia stimate, invece, dallo studio pubblicato sul Bridge’s Research dell’ingegner Francesco Ramella, esperto del Politecnico di Torino e commissionato dal comitato cittadino Comferr.
L’Amministrazione chiederà, inoltre, al Tar del Lazio di valutare il progetto di fattibilità dei lotti 1 e 2 tenendo conto dei seguenti profili di criticità: impatto sull’adeguamento della viabilità comunale; inconciliabilità dell’opera rispetto al contesto urbanistico-edilizio del territorio; effetti negativi sul sistema logistico interportuale; impatto acustico e vibrazionale; errata valutazione del DNSH, ovvero del principio Do Not Significant Harm che specifica che gli interventi previsti dal Pnrr non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. E ancora, tra le criticità: insostenibilità dell’opera; assenza dell’indicazione del carbon foot-print; mancato avvio della procedura di screening specifico e criticità ambientali; mancata predisposizione analisi costi-benefici.
“La domanda che dobbiamo porci – ha ribadito De Luca – è come investire i 720 milioni di risorse pubbliche finanziate dal Pnrr portando benefici, senza vilipendere i territori. Nel nostro caso il progetto di Raddoppio della ferrovia Roma-Pescara prevede la realizzazione della nuova infrastruttura in affiancamento al binario esistente e, dunque, nel bel mezzo dell’abitato dello Scalo, con conseguenze gravissime in termini ambientali, sociali e di vivibilità del tessuto urbano all’interno dell’area più popolosa di Comune di Manoppello. Continueremo la nostra battaglia – ha concluso il sindaco – di ragionevolezza, anche nel nome di Antonio Bianchi, presidente del Comitato COMFERR, venuto a mancare improvvisamente. Nel ricordo di un uomo e medico generoso che ha sempre esercitato con garbo ed intelligenza la sua passione civile mettendosi al servizio della comunità”.