Dopo due anni di stop a causa del Covid, le Processioni del Venerdì Santo sono state aperte ai fedeli. Ieri, come tradizione vuole, Rete8 ha trasmesso alcune dei riti più toccanti in Abruzzo.
A Chieti, alla Processione del Cristo Morto, in 11.000 in centro con la città che è tornata a commuoversi dinanzi alla statua della Vergine e al Cristo morto, con le note struggenti del Miserere di Saverio Selecchy. Si tratta della Processione più antica d’Italia ed è stata caratterizzata da un simbolo importante di pace anche con la presenza, assieme all’arcivescovo Mons. Bruno Forte, di padre Anatoliy, sacerdote ucraino cristiano ortodosso, con una riunione tra i fratelli Cristiani dopo lo scisma di secoli. La processione, organizzata dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, ha percorso le vie cittadine a partire dall’imbrunire, con la suggestione che la contraddistingue e viene restituita ai Teatini.
A Pescara, l’arcivescovo, Monsignor Valentinetti, ha voluto una processione sobria, non ci sono stati i simboli della passione, poiché di dolore ce n’è già tanto, ma solo le statue del Cristo Morto e della Madonna. Anche in questo caso, tanta la partecipazione dei fedeli in corteo con gli itinerari di pace di don Emilio Lonzi, che hanno scandito i vari momenti dal Sacro Cuore, il santuario della Madonna della Misericordia, alla cattedrale di San Cetteo.
Anche L’Aquila ha ritrovato la sua Processione, con il corteo e la scorta d’onore dei Volontari abruzzesi Fidas. I poliziotti in corteo con i familiari delle vittime del sisma, hanno portato la gran Croce. Momenti toccanti che si incrociano in città nel ricordo di chi non c’è più a causa del sisma, della guerra e di una pandemia di cui siamo ancora vittime. La Processione, la cui tradizione è stata rilanciata nel 1954 da fra’ Salvatore Roccioletti, con il Cardinale Petrocchi ha parlato di guerra e pandemia come una sfida drammatica. I simulacri sono usciti ed entrati dalla porta di San Bernardino.
A Sulmona torna lo “struscio” dei Trinitari, con la suggestiva Processione che ha percorso il centro storico tra tanti presenti. Dal vescovo Fusco un appello alla pace e un abbraccio alle confraternite.
Tra gli altri riti quello della Desolata a Teramo e del degli Incappucciati del Giovedì a Lanciano. I fedeli si sono riappropriati delle processioni unendosi al dolore di Maria per il Cristo morto ma anche alla speranza di una Pasqua di rinascita, con l’auspicata fine della pandemia e di una guerra drammatica che ci tocca così da vicino .