Violini al posto dei kalashnikov: perché la “musica è strumento di pace”. Dmitri Yablonski è il direttore dei Virtuosi di Kiev, orchestra d’archi di qualità internazionale e Chieti ha adottato il complesso con una operazione ardita e diplomatica non comune
Saranno ospitati in città, col programma di protezione Ue, alloggi e mezzi per vivere, e soprattutto Chieti gli ha dato casa, il prestigioso teatro Marrucino. Giovedì sera intanto faranno il primo concerto. Sono 20 artisti, molti di loro in età militare e quindi arruolabili: una lunga operazione alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni cittadine a partire da Comune dalla prefettura in giù per arrivare a strappare questi giovani talenti dal dramma della guerra e portarli a fare quello che
meglio sanno fare: suonare, anche grazie a dei permessi speciali dati dalle autorità ucraine. Il programma è di restare a Chieti a lungo, per farne base di una serie di concerti in tutta l’Europa: “ma il Marrucino sarà la nostra piccola Scala – ha proseguito Yablonski – e faremo di tutto per occuparci solo di musica, restando il più possibile lontani dalle strumentalizzazioni politiche. Se suoneremo musica russa? La musica è strumento di pace, in Israele non si suona Wagner, ma Baremboin è ebreo e dirige Bayreuth, in Armenia non si suona Katchaturian, parlare di queste cose non è uno scherzo.
Io so solo che l’Italia è paese di aiuto sincero nei confronti dei rifugiati”