Chiusa la strada che collega gli impianti sciistici della Maielletta al Rifugio Pomilio: il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Mauro Febbo critica la decisione della Provincia di Chieti
Mauro Febbo (nella foto in alto) afferma di essere “esterrefatto” di fronte alla nuova chiusura del tratto stradale provinciale e parla di “notizia sconcertante” anche, e soprattutto, in virtù dei fondi messi a disposizione della Regione Abruzzo per gli interventi di messa in sicurezza.
Il capogruppo di Forza Italia in Regione in una nota evidenzia: «Ci aspettavamo quindi che la più importante attrazione turistica del comprensorio, grazie alla quale è possibile scoprire la bellezza della Maiella più vera, rimanesse aperta ma invece dobbiamo constatare che ancora una volta rimarrà chiusa. Provvedimento inspiegabile se pensiamo che, ad esempio, sulle Dolomiti in aree molto più insidiose dove esistono valichi come il Passo Rolle o Il Passo Sella questi problemi non esistono e le arterie viarie sono praticamente sempre transitabili a eccezione di pochi giorni a ridosso di particolari perturbazioni.
Da noi invece si chiude e non si comprende il perché non si riesca a intervenire per risolvere le problematiche nonostante, lo ripeto, la Regione Abruzzo abbia fatto abbondantemente la sua parte, e stia investendo sul comprensorio risorse ingenti (23.000.000 €) per renderlo più attrattivo e fruibile nei vari periodi dell’anno. La decisione della Provincia va contro ogni logica e a questo punto vorremmo capirne la reale motivazione, non basta trincerarsi dietro un generico “per motivi di sicurezza”. I fondi stanziati erano dedicati proprio a risolverli e a mettere in sicurezza la strada, peraltro la Regione contribuisce, pur non avendone obbligo, con proprie risorse ai vari “piani neve” delle Province. Cosa è successo allora? Siamo allarmati per quanto sta succedendo e siamo di fronte a una decisione che si traduce in una mancanza di assunzione di responsabilità, indice di amministratori che evidentemente, nei fatti, non tengono al loro territorio».