Giuseppe Cantagallo, imputato per estorsione, non giustifica la sua assenza al processo e il giudice dispone l’accompagnamento coattivo.
Giuseppe Cantagallo, già nella prima udienza aveva mandato un certificato medico, mentre, questa mattina non si è presentato e non ha giustificato la sua assenza. Per questo motivo il giudice ha disposto un accompagnamento coattivo per l’imputato. Cantagallo, indagato per tentata estorsione ai danni dell’ex governatore Luciano D’Alfonso, è stato accusato di avere chiesto 130 mila euro a questo ultimo per non rendere la propria testimonianza al processo mare-monti. Il processo ha origine dall’inchiesta del 2008 sulla mancata realizzazione della variante di 12 chilometri nel comune di Penne. Tra gli imputati, inizialmente, figuravano lo stesso D’Alfonso e gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto. Dopo l’intervenuta prescrizione, sono rimasti in piedi solo gli illeciti amministrativi, che chiamano in causa le imprese gestite dal gruppo Toto e da Carlo Strassil. Nel frattempo D’Alfonso e Carlo Toto hanno rinunciato alla prescrizione, ottenendo la piena assoluzione dalla Corte d’Appello dell’Aquila. Oggi in aula sono stati ascoltati altri e due testimoni: Lucio Pulini, all’epoca dei fatti direttore del Consorzio di bonifica, e Loredana Lambertucci, all’epoca dei fatti collaboratrice di Carlo Strassil. Infine è stata acquisita una perizia grafologica. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 15 gennaio, durante la quale saranno ascoltati gli ultimi testimoni dell’accusa.