Il deficit della sanità abruzzese torna al centro della dialettica politica tra maggioranza e opposizione. Per Marsilio «Nessun commissariamento», ma per il Pd «L’Abruzzo paga le scelte scellerate di questa giunta»
DEFICIT SANITARIO: PER MARSILIO NESSUN COMMISSARIAMENTO
Si è parlato anche di deficit della sanità abruzzese nel corso del summit della maggioranza di centrodestra che per tutta la giornata di ieri, mercoledì 11 settembre 2024, si è svolto a Francavilla al Mare per dibattere di contenuti programmatici da affrontare nel futuro immediato a sei mesi dalla riconferma del governo regionale di centrodestra.
«Non ci sarà nessun commissariamento perché i debiti previsti dalle Asl sono ampiamente sotto il 5% del budget assegnato», ha dichiarato il governatore Marco Marsilio. «Non si può parlare di “buco” in un quadro in cui i tre quarti delle Regioni italiane hanno esattamente lo stesso problema; non a caso il tema del finanziamento alla sanità è centrale anche nel dibattito politico nazionale. Mi auguro che nel bilancio dello Stato, oltre ai 2 miliardi aggiuntivi che il Governo Meloni ha previsto per il 2025 e per il 2026, ci possa essere anche un ulteriore sforzo per tentare di far quadrare i conti per garantire una migliore qualità dell’offerta sanitaria ai cittadini».
Parlando di sanità, che nei mesi scorsi ha registrato un buco di circa 120 milioni di euro riferito all’esercizio del 2023, costringendo ad approvare in tempi brevi un piano di rientro “ordinato” da Roma per evitare il commissariamento, il presidente Marsilio ha assolto i direttori generali delle quattro Asl abruzzesi, chiamati a razionalizzare la spesa sanitaria al massimo, per tamponare il disavanzo che anche per il 2024 si annuncia ancora preoccupante. Il governatore abruzzese di FdI ha anzi rivendicato buoni risultati, commentando i tagli alle spese sanitarie, e ha annunciato la realizzazione di ospedali nuovi.
«In questi anni abbiamo garantito investimenti, a cominciare dalla sicurezza dagli ospedali, che mai si erano visti prima», ha aggiunto il presidente Marsilio. «Abbiamo attinto a oltre mezzo miliardo di fondi nazionali che erano fermi da 25 anni nelle casse dello Stato che stiamo impegnando per costruire ospedali completamente nuovi. Mai si era visto un programma del genere. Per Avezzano stiamo aspettando che il Consiglio superiore dei lavori pubblici ci dia il via libera per poter accedere alla gara per l’appalto integrato; per l’ospedale di Vasto è stato affidato l’incarico di validazione del progetto che è propedeutico alla messa a gara dell’appalto integrato; per Lanciano stiamo completando lo stesso percorso; per Teramo entro novembre avremo la proposta; abbiamo aperto i cantieri su ospedali e case di comunità, l’ultimo quello di San Salvo. Siamo una delle cinque Regioni che sta rispettando tutte le scadenza del Pnrr per realizzare questi interventi. Non stiamo risparmiando sulla spesa; le norme ci impongono di stare dentro determinate budget e noi stiamo forzando i direttori a fare il massimo della razionalizzazione possibile della spesa. Di questo parliamo, non di tagliare servizi, e ci sono ancora margini per evitare sprechi. Credo che un impegno del genere sulla sanità e sull’edilizia sanitaria abruzzesi non ci sia mai stato».
E parlando del progetto di una Asl unica:
«È una delle riflessioni che si stanno facendo, non lo escludiamo. È un argomento degno di approfondimento e di studio».
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LA RISPOSTA DEL PD ABRUZZO
Sul tema già si erano più volte pronunciate le opposizioni parlando di manovra lacrime e sangue e scelte scellerate della Giunta Marsilio, pagate dai cittadini abruzzesi.
«Si preannuncia un’ulteriore voragine nei conti delle Asl abruzzesi dopo quella già certificata a fine 2023 ma svelata dalla Regione soltanto dopo le elezioni del 10 marzo: quasi 200 milioni di euro di debito tendenziale per il 2024, con le aziende sanitarie che hanno promesso di tagliare costi per complessivi 69 milioni», denuncia Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo. «I nodi vengono al pettine: Marsilio ha mentito all’Abruzzo, dichiarando in campagna elettorale che il nostro era un modello sanitario da esportare, e ora ci troviamo con un deficit mostruoso. Invitiamo questa giunta regionale a un doppio gesto di resipiscenza: votino con noi la proposta di incremento massiccio del Fondo sanitario nazionale e firmino con noi la cancellazione dell’autonomia differenziata, che si abbatterà come una mannaia sul sistema sanitario pubblico regionale. Dopo aver preso in giro le persone, presentando piani inattuabili, sprecando risorse e facendo solo propaganda, adesso pensano di evitare un nuovo commissariamento tagliando servizi, farmaci e prestazioni. Lacrime e sangue da far pagare nuovamente agli abruzzesi, in particolare alle fasce più deboli che non possono permettersi la sanità privata o l’emigrazione in altre regioni. Su questo fronte faremo le barricate».