La guerra in Ucraina è arrivata al 285esimo giorno e le condizioni di vita delle popolazioni colpite sono sempre drammatiche
Nei territori coinvolti dal conflitto con la Russia si continua a morire di fame e sete ed ora anche di freddo. La guerra si sta allargando e la crisi umanitaria peggiora di giorno in giorno. In Italia il Cdm ha approvato il decreto legge che dispone la proroga dell’invio “di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative di Kiev”.
“Siamo alla soglia di una catastrofe umanitaria, legata alla distruzione delle infrastrutture energetiche e, di conseguenza, all’ansia e paura per l’inverno in arrivo”: è la drammatica testimonianza dei vescovi romano-cattolici dell’Ucraina che hanno scritto all’episcopato polacco per ringraziarlo di quanto ha fatto finora per gli ucraini e chiedendo nuovi aiuti. “Si avvicina a noi un nemico che si chiama freddo, la paralisi delle comunicazioni e la paura. Oggi la guerra non è solo al fronte, dove si svolgono le lotte che portano morte e feriti tra i soldati e i civili, ma è anche la paralisi della vita quotidiana”, si legge ancora nella lettera. In particolare i vescovi dell’Ucraina chiedono ai confratelli polacchi preghiere ma anche aiuti per “l’acquisto di generatori di energia, grazie ai quali nelle nostre parrocchie potremmo organizzare luoghi di rifugio per i nostri fedeli, perché nei momenti critici possano riscaldarsi o preparare pasti caldi”.
E in Abruzzo a lanciare un nuovo disperato appello è il presidente dell’Associazione Kerjgma, Sergio D’Ascenzo appena rientrato in Italia dall’Ucraina, ha registrato negli ultimi mesi un netto calo delle donazioni alla sua organizzazione che da tempo è in prima linea per fornire aiuti e assistenza. Oltre ai generi alimentari e di prima necessità occorrono anche fondi per l’acquisto di carburante per i mezzi.