Coronavirus calcio. Sulla ripresa del campionato il Ministro Spadafora gela tutti “Per ora non se ne parla”. C’è un problema di salute ma anche etico. E poi il protocollo sanitario costoso, soprattutto complesso nella sua attuazione, specie per la B. Per contro, pesano gli interessi di natura economica.
Di fondo resta una profonda convinzione : riprendere sì ma solo quando ci saranno i presupposti per farlo, ovvero in sicurezza, anche in piena estate, giocando per esempio nel mese di agosto. Adesso sarebbe troppo rischioso.
Dunque, problema di salute ma anche etico. Ancora tantissimi lutti. Ebbene, il pensiero di scendere in campo ed esultare per un gol dovrebbe quantomeno creare negli attori ( giocatori, dirigenti, allenatori etc. ) un disagio sul piano psicologico.
E poi tamponi a tappeto per i giocatori secondo il protocollo della Figc ritenuto nel frattempo insufficiente dal comitato tecnico scientifico del governo. Tamponi che invece non sono stati fatti a persone poi decedute o che sono state male. Ci pare assolutamente ingiusto.
Pesano, come si diceva, gli interessi economici. Su questo argomento, interessante porsi una domanda : non sarebbe più ragionevole lavorare per mettere in sicurezza la prossima stagione ? Se la coda del vecchio campionato vale 400 milioni per la A e 200 per la B, una stagione intera non avrebbe prezzo. In questo caso, davvero salterebbe l’intero sistema calcio. Sarebbe, insomma, un autentico fallimento.
Ma il tema è soprattutto un altro così come affermato ai nostri microfoni dal d.s. del Venezia, il pescarese Fabio Lupo
“I problemi economici che attanagliano il calcio non sono stati determinati dal coronavirus ma da una pessima gestione. Questa potrebbe essere l’occasione giusta per una profonda revisione del sistema calcio nella sua globalità”.