Il Pescara con la carica di mille tifosi domani pomeriggio al “Mazza” di Ferrara sfida la Spal, finora la grande delusione del girone B di serie C. Dopo la retrocessione dalla B, gli estensi sono partiti male nonostante una rosa attrezzata per lottare subito per il vertice. E dopo cinque giornate hanno già cambiato allenatore. Domani alle 18,30 (la partita sarà trasmessa in diretta su Rete8) la prima in campionato con Colucci, che ha preso il posto di Di Carlo e ha esordito in Coppa battendo il Sestri Levante.
Cosa c’è che non funziona nella Spal? “In queste situazioni, ti porti dietro negatività dell’anno scorso e le aspettative sono altre. Arrivano giocatori non in condizione, inciampi in qualche risultato negativo e rispunta l’ansia – dice Marcello Donatelli, allenatore pescarese, 44 anni, doppio ex della partita di domani – . E così si arriva al cambio di allenatore. Prematuro, certo, ma per un club retrocesso in modo inaspettato dala B c’è l’idea di voler stravincere il campionato. Invece in C se non fai la squadra con criterio, è dura. Vince solo la prima. Sta succedendo quello che accadde al Pescara nel 2021, con Auteri. Dopo la retrocessione bisogna cambiare il più possibile, anche nel settore extracampo. Bisogna eliminare tutti gli elementi di negatività, c’è bisogno di freschezza, energia, novità. E di un po’ fortuna nell’iniziare bene il campionato”.
Il vice di Massimo Oddo, l’anno scorso alla guida della Spal in B nella parte finale del campionato (prima c’erano Venturato e De Rossi), ha conquistato l’ultima promozione in serie A del Pescara nel 2016. Ora i biancazzurri sognano di tornare in B con Zeman. “La differenza rispetto al recente passato è che finalmente il Pescara è tornato a fare calcio come sapeva fare, con una politica di giovani, facendo squadre tarate sulla politica dell’allenatore. Il ds Delli Carri ha trovato terreno fertile con Zeman. Negli ultimi anni la squadra biancazzurra è stata il ricovero di giocatori a fine carriera e infortunati. Invece ora c’è la politica giusta: giovani affamati da plasmare con la mentalità offensiva del tecnico. A Pescara questa filosofia paga sempre, basta ricordare gli esempi di Galeone, il primo Zeman e della nostra gestione”.
L’anno scorso le cose sembravano andare a gonfie vele, poi… “La partita contro il Catanzaro ha inquinato la stagione. La squadra pensava di poter fare lo stesso campionato dei calabresi e, da quella sconfitta, l’autostima è andata giù e non si sono mai ripresi. Questa volta la squadra è stata fatta completamente sulle idee dell’allenatore. Pescara e Cesena si giocheranno la B. Ma se la Torres continua così, bisogna stare attenti. Con le regole attuali, anche il secondo posto dà poche garanzie di vittoria. Statisticamente, le seconde faticano a vincere i play-off. C’è un mese di stop, si affrontano squadre molto rodate e le brutte sorprese sono dietro l’angolo”.
Donatelli sta seguendo con attenzione il Pescara: “A me piace molto Tunjov, che ho allenato l’anno scorso: ha tecnica da serie A, e calcia come un giocatore di A. Si prende ancora troppe pause, quando troverà continuità nella partita, arriverà ad alti livelli. E poi Mesik: un difensore applicato, intelligente, con ampi margini di miglioramento,. Davanti sono tutti bravi nell’uno contro uno e questo in C, alla lunga, fa la differenza”.
La Spal già in crisi, anche per alcune scelte di mercato, come puntare sul 40enne Antenucci: “Una scelta mediatica, sicuramente, perché per la Spal lui è una figura importante. Ma sta bene fisicamente. E’ ancora uno che in area ti punisce alla prima palla buona. E occhio all’ex Maistro: se è in giornata, può vincere la partita da solo. Tira di destro o di sinistro anche da oltre venti metri. Può far male in qualsiasi momento”.