Ambizione, coraggio e coesione. Gennaro Iezzo lancia il Chieti nel futuro. Con Ardemagni al centro del suo progetto. Un progetto che ha come obiettivo, manco a dirlo, la conquista della serie C.
Dopo sei promozioni ottenute da calciatore, il 50enne ex portiere, arrivato assieme al vice D’Aniello (fino ai primi di dicembre nello staff di Giannichedda, ct della Rappresentativa nazionale di Serie D), cerca di trasmettere la sua conoscenza calcistica al gruppo neroverdi, che dal 7 gennaio – all’Angelini contro l’Atletico Ascoli – guiderà nel girone di ritorno verso la bagarre per il salto in Lega Pro contro Campobasso, Samb, L’Aquila e Avezzano, le principali rivali per la promozione.
“I campionati si vincono con un gruppo compatto, solido, in cui tutti remano nella stessa direzione – ha detto oggi nella prima conferenza stampa all’Angelini – . E con il coraggio di giocarsela, di rischiare qualcosa. Le imprese importanti si centrano così, non gettando la via la palla e incrociando le dita, ma cercando di giocare a calcio, con idee e portando il pallone nell’area avversaria per servire le punte”. Ed ecco che entra in scena il rilancio di Matteo Ardemagni, finora oggetto misterioso. “E’ un calciatore importante, di cui conosciamo la storia. Lui ha una certa età e non possiamo chiedergli di andare a fare la guerra con tutti, ma dobbiamo farlo sentire centrale nel nostro gioco e dargli palloni per colpire la porta avversaria”.
Dal mercato invernale cosa si aspetta?
“Io lavoro per migliorare il gruppo a disposizione, se poi il direttore troverà l’occasione che fa per noi, allora potremmo anche fare movimenti. Perea? Lo conosco, verrebbe di corsa in Italia, ma adesso ha un contratto in Bulgaria e non lo liberano facilmente…”.
Pazza idea Quagliarella?
“Fabio è un amico, l’ho sentito dopo la firma e fa il tifo per me. Ha deciso di chiudere la carriera e non gli chiedo follie. Ma se tutto dovesse andare bene come ci auguriamo, mi ha promesso che sarà all’Angelini, lo stadio dove per lui tutto è iniziato, per essere al nostro fianco”.
A Chieti la grande occasione anche per Iezzo allenatore:
“Sono ambizioso, voglio arrivare il più lontano possibile e non restare a lungo nei dilettanti. Ma rispetto la gavetta, l’ho fatta anche da giocatore. So che partire dal basso è il segreto per fare strada”.
Il suo Chieti giocherà con la difesa a quattro, il resto si vedrà nei prossimi giorni:
“E’ la base da cui partire, per il resto la cosa che conta è che la squadra giochi il pallone con personalità. I miei maestri? Ne ho avuti tanti, da Reja a Mazzarri, da Donadoni a Toshak, tutti mi hanno lasciato qualcosa, ma cerco di metterci anche qualcosa di mio e non fare copia e incolla”.