Ciclismo Di Luca – Martedì prossimo uscirà la biografia del Killer di Spoltore. Una vera e propria confessione e un attacco al sistema. Anticipazioni shock
Bestie da vittoria è il titolo del nuovo libro scritto da Danilo Di Luca e che uscirà martedì prossimo. Un viaggio lunghissimo per raccontare la sua verità sul doping. Parole fortissime, frasi che lasceranno il segno: e dalle anticipazioni uscite tutto il mondo delle due ruote è in fermento. Danilo Di Luca ha colpito ancora. Ecco alcune anticipazioni ripartendo dall’ultima positività al giro 2013.
“Scopro che hanno modificato il sistema di rilevare la presenza di Epo nel sangue fino a 24 ore dopo l’assunzione. Io l’avevo fatta alle 11 di sera. Con 500 unità, i tempi di rintracciabilità sono dalle 3 alle 6 ore, ero tranquillo, sarei risultato pulito anche se fossero venuti al mattino. Ma i miei calcoli non sono serviti a niente…”. E poi: “Il ciclismo di oggi non è più lo sport che ho amato. Sono stanco della solitudine, della menzogna di nascondermi. Nel ciclismo tutti sanno la verità, ma la verità è inaccettabile. Quando i direttori sportivi dicono “non so niente”, mentono. L’ambiente non ti obbliga a doparti, ti sollecita, il campione crea un indotto che dà da mangiare a un sacco di famiglie”
Prima del Giro 2013:
“Ho aspirato 500 unità di Epo. Quindici anni fa, qualcuno arrivava a farsi anche 4.000 unità al giorno. Una follia”. “I ciclisti sono degli eccellenti infermieri”. Il suo rapporto paterno con il medico Santuccione: “Soltanto uno stupido può pensare che basti l’epo per diventare un campione”. “È semplicistico riportare tutto alla farmacia”. E poi: “L’assunzione di sostanze illegali porta la menzogna: mentiamo alla famiglia, alle mogli, ai giornalisti, ai massaggiatori, ai meccanici, perfino ai nostri colleghi. Ogni ciclista sa che tutti si dopano eppure nessuno parla e qualcuno sostiene pure di andare “a pane e acqua”. Mentire diventa naturale come respirare”. “La verità è che tutti si dopano e che tutti lo rifarebbero”. “Nel 1997, al terzo anno da dilettante, inizio con la farmacia”. “Inizio a doparmi seriamente nel 2001 al terzo anno da professionista. Mi procuro tutto coi mercati paralleli”. “Diventiamo come animali, come bestie. Non siamo eroi, siamo dei pazzi scatenati. Per un ciclista l’importante è vincere, non pensi mai che ti possono beccare, che ti puoi ammalare”. “I velocisti prendono la nitroglicerina in pastiglie per fare delle sfiammate supersoniche negli ultimi tre chilometri. La sciolgono sotto la lingua prima della volata. Tornano nuovi”.