Ciclismo Tirreno Adriatico – Conclusa l’edizione 2016 della corsa dei due mari. Promossa a pieni voti Cepagatti. L’Abruzzo c’è, sempre e comunque.
Doveva essere la frazione più facile, la tappa per smaltire le fatiche di Monte San Vicino e per preparare la crono finale. E invece è stata semplicemente la tappa. La tappa regina della Tirreno Adriatico. Un podio che le grandi classiche del nord guardano con invidia: Van Avermaet, Sagan e Kwiatowski. Due campioni del mondo e il belga tra i più accreditati per le corse di un giorno. E’ stata la tappa, la frazione che ha visto scatenare l’inferno. L’azione decisiva al primo passaggio sul traguardo di Cepagatti: la fuga giusta con Nibali all’inseguimento e con Valverde che ha scremato il gruppo. E’ stata la tappa regina. Bravi tutti. Dal presidente del comitato tappa Iacovozzi a chi ha avuto fiducia nelle nostre strade. Ma un plauso speciale alla mente del ciclismo abruzzese. Quel Maurizio Formichetti che sa disegnare ciclismo. Guai a dimenticare gli arrivi di Chieti o il sorriso strappato dopo una fatica immensa ad Alberto Contador sul terribile muro di Guardiagrele. Una certezza c’è: Formichetti e l’Abruzzo non tradiscono mai. A Roccaraso l’arrivederci con la corsa rosa. Con un messaggio chiaro: quando il ciclismo bussa, le nostre strade rispondono sempre. E lo fanno in grande stile.