Crisi L’Aquila calcio – Sono giorni delicatissimi in casa rossoblu. Il comune fa sul serio, tifoseria compatta e domani parla la squadra. Società assente e ingiustificabile ma…
L’Aquila calcio naviga in brutte acque. Da un lato la squadra che domani parlerà con Battistini e che vuole onorare fino in fondo l’impegno preso, dall’altra la tifoseria compatta che chiede di fermarsi e di ripartire con una società pulita. Il Comune intanto fa sul serio: c’è il rischio che la prossima settimana i cancelli dello stadio possano restare chiusi per la gioia di tanti, pochi esclusi. C’è una società latitante, inadempiente e che sta facendo precipitare L’Aquila dove non merita. In molti sottolineano come sia vergognoso che ciò accada nel più grande cantiere d’Europa ( fallire con così tanto via vai di soldi è da scherzi a parte), in molti ritengono che la soluzione più giusta sia quella di ripartire da zero, magari in promozione e riprogrammare con nuovi imprenditori, in pochi fanno notare come ad Arezzo ad esempio siano stati raccolti da imprenditori e tifosi oltre 350 000 euro per aiutare una società fallita. Modi di pensare differente ma un’unica realtà: l’Aquila sta soffrendo. E poco importa se la mazzata finale sia arrivata con il nuovo vento politico che soffia in città o se sia la conseguenza di molteplici fallimenti gestionali. Ma una domanda ci sorge spontanea. Siamo così sicuri che ripartendo dalla promozione in 3 anni si torni in D con una società pulita, innamorata del calcio e desiderosa di programmare? Ad occhio diciamo di no, lo insegna la storia. E ci poniamo un’ulteriore domanda. Perchè quegli imprenditori che a voce ( o a chiacchiere se volete) si dicono pronti ad entrare qualora la società sia pulita da debiti a stretto giro non organizzano una conferenza stampa uscendo allo scoperto? Si è ancora in tempo per lavorare sul ramo sportivo d’azienda che, sommato al prezzo del titolo davanti al tribunale, comporterebbe un esborso iniziale di circa 250 000 euro ( titolo più debiti sportivi). In cambio ci sarebbe una D pulita e un progetto tecnico di immenso spessore anche morale su cui lavorare. Ripartendo dalla promozione, al contrario, quei soldi ( con tanti interessi) andrebbero spesi per tornare in 3 anni in D ammesso che ci si riesca sperando non ci siano ulteriori cambi di vento politico E allora cosa conviene? La risposta è scontata e banale ma è altrettanto banale chiedersi perchè nessuno esce allo scoperto con una conferenza stampa. In quel caso davvero sarebbe comprensibile un indirizzo unico e massiccio verso la liquidazione di questa società che ha prodotto delusioni a go go. In sintesi: che qualcuno si faccia avanti, che la politica oltre a chiedere il saldo dei debiti aiuti a trovare imprenditori e che il tutto a stretto giro si formalizzi in una conferenza stampa ufficiale. Dopo tutti uniti verso la liquidazione di questa società.