L’Assemblea elettiva della Figc ha eletto al primo turno Gabriele Gravina che diventa il nuovo presidente federale dopo 9 mesi di commissariamento. Esulta l’Abruzzo, regione d’adozione del neo presidente.
Nel video, scheda Gravina
Dopo 9 mesi di commissariamento la Figc ha un presidente eletto. Si tratta di Gabriele Gravina, già numero uno della Serie C, candidato unico alla poltrona più importante del calcio italiano. Gravina, che rimarrà in carica fino al 2020, è stato eletto al primo turno con il 97,2% del consenso (il quorum era del 75%); un bel segnale di unità del calcio italiano dopo le roventi polemiche (non ancora finite), che hanno caratterizzato l’estate calcistica. Nel corso dell’assemblea elettiva hanno espresso l’intenzione di voto, soprattutto i Dilettanti che pesano per il 34%. Gravina ha, inoltre, incontrato il gradimento anche della serie A, della B, e delle componenti tecniche come Allenatori e Arbitri e dall’Associazione Calciatori. Gravina succede al commissario Fabbricini. Figura poliedrica, Gravina è imprenditore, professore universitario, manager e dirigente calcistico di lungo corso. Abruzzese d’adozione – perché la carta d’identità dice che è nato a Castellaneta (Taranto), il paese di Rodolfo Valentino – protagonista di quello che è passato agli archivi come il miracolo del Castel di Sangro a metà anni Novanta. Ne servirà un altro per rilanciare il calcio italiano. Di seguito un breve stralcio delle dichiarazioni di Gravina nel corso dell’assemblea.
“È il completamento di un percorso umano e sportivo, reso possibile da chi mi ha accompagnato negli anni. Ringrazio gli illustri presenti e i fidati compagni di viaggio. Dobbiamo dare il massimo ora, gettare il cuore oltre l’ostacolo, mettere idee e capacità al servizio del nostro mondo. Siamo il primo linguaggio dei bambini, il linguaggio di chi non parla la nostra lingua: con questo senso di responsabilità dobbiamo ripartire per quello che può essere un mondo magnifico. Voglio il calcio dei giovani, che non fa differenze di genere, in grado di fare impresa, con certezza delle regole, risanato, che si gioca in impianti funzionali, attento alla tecnologia, del ritorno della Nazionale. Dobbiamo fare squadra nel rispetto dei ruoli. Il calcio non si gioca da solo. Abbiamo bisogno di un rilancio che parta dall’attitudine all’ascolto di tutte le componenti. In questo anno siamo stati tenaci”