L’Aquila calcio Tambone – Ai nostri microfoni ha parlato il noto esperto di diritto sportivo“ Io farei così…”
“ Al momento essere un dirigente dell’Aquila significa avere una grande responsabilità ma spazi operativi quasi azzerati. Io farei scelte strategiche per dare rilevanza al progetto sportivo. Un esempio? Cercare di affermare l’identità della nuova società con il territorio. L’Amiternina? È una realtà che opera a livelli alti nel territorio e può essere un’opzione. A patto che sia un progetto condiviso. Scambiare i titoli il prossimo anno? È una scelta delle rispettive associazioni. Dal punto di vista delle norme federali è abbastanza semplice anche se andrà studiata per tappe, attuata subito ma che sul piano formale richiede il completamento entro l’estate 2020. In sintesi le due società possono lavorare da subito insieme sul piano sportivo e organizzativo, poi si modificheranno le denominazioni sociali e infine si completerà l’iter con le rispettive sedi di pertinenza. Io lo farei? La prima categoria per l’Aquila è una posizione scomoda ma inevitabile per come sono andate le cose. Se c’è sinergia sul territorio non vedo perché non farla. In Italia ad esempio la Spal che oggi sorprende tutti in A e che ha giocato contro l’Aquila in C è rinata grazie alla Giacomense. In Abruzzo Chieti e Giulianova hanno fatto un percorso simile. E quindi lo farei. Cosa avrei fatto io per avere una categoria migliore? La scelta di affidarsi a strade di sensibilizzazione politica più che attività di carattere tecnico e giuridico non ha pagato. Nel diritto sportivo spesso si sottovaluta il fattore tempo che invece è deterninante perché i termini federali sono perentori e quindi vanno conosciuti e sfruttati al meglio. Mi è sembrato evidente che già da mesi il destino rossoblu fosse indirizzato e anche una soluzione che permettesse di separare debiti sportivi da quelli di altro genere sarebbe stata un’opzione con ottime possibilità di successo presso la federazione”
Un’opzione validissima ma a L’Aquila quale gruppo imprenditoriale garantiva il debito sportivo ( 100 Mila euro) più la gestione di eccellenza (300 Mila euro)? Verrebbe da dire nessuno. Ed è una triste realtà