Serie D L’Aquila – Dopo l’ottimo derby di ieri riflettori di nuovo sulla società. Giù le maschere e che ci sia chiarezza e trasparenza da parte di tutti.
Il derby ha raccontato la solita bella favola: la squadra c’è, regala bel calcio ed emozioni e meriterebbe molto ma molto di più. Ma è ora di buttare giù le maschere. Tutti quanti. Partiamo dal comunicato ufficiale della società: in estrema sintesi ” si trovi chi si accolla il debito sportivo e la società con circa 200 000 euro sarà ceduta senza debiti che i soci si accolleranno”. Prima maschera da tirare giù: ci sono veramente imprenditori pronti a subentrare e desiderosi di fare calcio? Se si che presentino un progetto, facciano una conferenza stampa e illustrino programmi e ambizioni. Con 200 mila euro circa si ha una squadra in D con un bagaglio tecnico invidiabile e uno stadio da B. Se non ci sono per la D a queste condizioni che non si presentino poi per fare i ” salvatori della patria” in categorie inferiori perchè con quell’esborso forse arrivi in eccellenza ( forse). Giù la maschera agli attuali soci. Il comunicato di venerdì non può certo bastare. Il tempo del ” pagheremo, faremo e state tranquilli” è finito. Servono i fatti. Il bilancio è un bel passo avanti. Il saldo negativo ( cifra non comunicata) non rappresenta il debito ma la differenza tra attivo e passivo. Ed allora davanti al notaio e davanti a possibili acquirenti si fornisca una fidejussione che garantisca l’importo del debito certificato o si metta a disposizione un bene immobiliare di pari valore a garanzia. In fondo quale è il problema? Se i soci hanno la certezza di saldare il debito ( come scritto nel comunicato) è solo un pro forma: la fidejussione verrà riconsegnata o l’ipoteca verrà cancellata quando il debito sarà onorato al 100%. Così e solo così davvero zero scuse per tutti i possibili nuovi acquirenti. E poi la politica: ora serve davvero l’impegno concreto per mantenere la categoria. Che i dirigenti che amministrano la città facciano davvero il massimo. Chiosa finale per il pubblico: ieri si è perso davvero un gran derby. Magari quel coro ” canterò per te” poteva essere intonato meglio e poteva far vivere a tutti una giornata di festa. Non essere allo stadio è una forma di protesta che va rispettata. Condividerla ci resta difficile semplicemente perchè, purtoppo, non porta a soluzioni concrete per guarire la grave malattia dell’Aquila calcio.